Diritti e salute

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Due eventi di rilevante interesse hanno caratterizzato di recente il panorama pediatrico.
Il primo, in ordine cronologico, è stato la presentazione del “Codice del diritto del minore alla salute e ai servizi sanitari” promosso dall’Istituto nazionale per i diritti dei minori (INDiMi) in collaborazione con società scientifiche pediatriche, alcuni grandi ospedali pediatrici e l’Unicef. Si tratta di un documento innovativo rispetto ad altre “Carte” già esistenti sui diritti dei bambini in ospedale per alcuni aspetti peculiari, come avere:
• sostituito il termine “minore” a quello di “bambino”, al fine esplicitarne l’applicazione da 0 a 18 anni;
• ampliato il campo di applicazione, oltre ai reparti pediatrici, anche ai presidi territoriali, compreso l’ambulatorio del pediatra di famiglia, nel rispetto delle esigenze globali di “care”; • collegato il rispetto dei diritti assistenziali con quelli garantiti dalla normativa vigente (v. Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza; Legge n. 176, 27 maggio 1991).

È stata inoltre data rilevanza a temi emergenti come gli aspetti preconcezionali e prenatali, la migliore definizione dei diritti di bambini e adolescenti anche in termini di consenso informato, privacy, autonomia decisionale e sperimentazione dei farmaci, la tutela in situazioni particolari (es. cure palliative, morte dignitosa, contrasto al dolore fin dall’età neonatale), la necessità di una reale rete integrata tra ospedale e territorio in particolare per i minori con malattie croniche e rare. Infine, ampio spazio è stato riservato alla tutela di un ambiente – comprensivo di aria, acqua e nutrienti – troppo spesso messo a rischio, come anche la cronaca in questi mesi ha più volte messo in evidenza. A quest’ultimo punto si può idealmente ricollegare il secondo evento, cioè la presentazione di “OKkio alla salute 2012”, realizzato dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto Superiore di Sanità e dedicato allo studio dello stato ponderale e dei comportamenti a rischio nei bambini della scuola primaria. I dati, come sempre raccolti su tutto il territorio nazionale e relativi a oltre 45.000 ragazzi di 8-9 anni, hanno confermato che l’eccesso ponderale, seppure in lieve diminuzione rispetto al 2010 (obesità 10,2% vs 11,1%; sovrappeso 22,1% vs 22,9%), continua a rappresentare un allarmante problema di salute per i bambini italiani. Sebbene le due iniziative siano partite da obiettivi diversi, un filo comune ci sembra collegarle, cioè la necessità di uno zoccolo formativo pedocentrico e – potremmo dire – transpecialistico, che accomuni tutti i professionisti che di infanzia e adolescenza si occupano, dalla sanità alla scuola e al sociale, in modo che con un linguaggio di base comune si possano realizzare interventi sempre più integrati tra ambiti educativi e di sostegno alla salute differenti. Tali interventi dovrebbero rispondere a problematiche epidemiologicamente accertate con un piano strategico incisivo e omogeneo per tutto il Paese che – pur tenendo conto delle singole realtà locali – eviti le frammentazioni derivanti da una troppo spinta regionalizzazione al fine di ridurre le diseguaglianze ancora esistenti tra Nord e Sud, come OKkio alla Salute ha ancora un volta rilevato. A nostro modo di vedere in questo programma dovrebbe rientrare un più attivo coinvolgimento della pediatria nella scuola inteso a dare spazio a una organica educazione alla salute per contrastare i troppi messaggi mediatici e distorcenti di sedicenti pseudo-esperti. Infine, in ambito di diritti, in un ambiente sempre più frenetico e favorente la competitività estrema fin dai primi anni di vita, si dovrebbero ri-valorizzare i vantaggi di uno “slow environment” più a misura di minore, che favorisca una crescita psicofisica, sociale, culturale, affettiva e di gioco in linea con le vere esigenze dell’infanzia e dell’adolescenza.

Silvano Bertelloni e G. Roberto Burgio