Appropriatezza prescrittiva: agire sul campo

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Quando si parla di appropriatezza prescrittiva in pediatria il pensiero si rivolge inevitabilmente agli antibiotici. Il tema è all’ordine del giorno in Veneto e in Liguria dove sono in corso due studi sulla condivisione dei protocolli diagnostico-terapeutici tra territorio e ospedale, con l’obiettivo di trattare le comuni patologie pediatriche in base ai dati della letteratura scientifica. Tenendo conto che l’80 per cento delle infezioni dei bambini è di origine virale, e non richiede l’uso di antibiotico, è importante imparare a offrire nei modi e nei tempi adeguati un farmaco correlato al bisogno del paziente, con un bilancio positivo tra benefici e rischi, in termini di indicazioni, efficacia e costi. Rispettare l’appropriatezza nella prescrizione rispettando la medicina basata sulle prove di efficacia è un obiettivo non immediato di fronte all’ansia espressa dai genitori, spesso preoccupati per la febbre e il dolore che lamenta il bambino.

«L’Asl 20 di Verona, in collaborazione con l’azienda ospedaliera-universitaria integrata di Verona, le farmacie territoriali e i pediatri di libera scelta ha attivato uno studio sul trattamento di faringo-tonsilliti acute, otiti medie, broncopolmoniti e infezioni urinarie, patologie di riscontro comune tra i bambini − spiega Michele Gangemi, pediatra di libera scelta di Verona e past president dell’Associazione Culturale Pediatri − L’accordo consiste in una sorta di passaggio di consegne reciproco e costante tra il pediatra di famiglia e i medici del Pronto soccorso, in modo da garantire che il piccolo paziente sia sempre assistito allo stesso modo, durante tutto il decorso della malattia.

Nel progetto veronese è prevista anche la produzione di materiale rivolto ai genitori al fine di coinvolgerli nel percorso di cura. Se punto alla vigile attesa nell’otite, ma il genitore corre in Pronto soccorso e trova una risposta diversa rispetto a quella del pediatra territoriale si crea confusione. Un genitore che non è coinvolto nei processi, è un genitore che non collabora. Da oggi, grazie a questo accordo basato sui dati della letteratura scientifica, i medici di turno nei Pronto soccorso degli ospedali e i pediatri di famiglia di Verona valuteranno ogni singolo caso in modo omogeneo, cioè senza somministrare al bambino antibiotici, a meno che non sia previsto dai protocolli condivisi, si evita così di alimentare il fenomeno della resistenza».

Anche la Liguria si sta muovendo su questo fronte: «Per conto di Regione Liguria è in corso di svolgimento uno studio di farmacovigilanza sull’uso degli antibiotici per la terapia delle infezioni delle alte e basse vie respiratorie in bambini residenti sul territorio − spiega Pasquale Di Pietro, dirigente del Pronto Soccorso dell’Istituto G. Gaslini di Genova. − I centri coinvolti in questo progetto sono 19 e comprendono sia ospedali sia pediatri di libera scelta sotto il coordinamento dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova. La conclusione dello studio è prevista per la fine del 2014, ma già a fine anno analizzeremo i dati a livello regionale, confrontandoli con gli esiti previsti dalle Linee guida».