Dermatite atopica e probiotici

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Nuovi stimolanti risultati stanno emergendo nell’uso di batteri probiotici per il trattamento della dermatite atopica, patologia che influenza in modo significativo la qualità di vita dei bambini che ne sono affetti e necessita molta attenzione e un costante impegno nella cura e nel follow-up dei piccoli pazienti.

L’uso dei probiotici batterici è stato recentemente studiato nella cura della dermatite atopica con risultati incoraggianti. Nell’adulto con dermatite atopica moderata-grave è stata evidenziata una buona efficacia clinica, accompagnata da un riallineamento citochinico, dopo trattamento con L.salivarius LS01 e Bifidobacterium breve BR03 (Drago e coll. Journal of Clinical Gastroenterology 2012; 46: S33-40). Lo studio ha dimostrato che questi particolari ceppi probiotici hanno la capacità di ridurre la permeabilità intestinale, alterata nei pazienti con allergie o dermatite atopica, nonché la carica stafilococcica nelle feci.

Nei bambini, oltre a queste peculiarità, il razionale per l’uso dei probiotici nella cura della dermatite atopica sarebbe da ricondurre ad alcune ipotesi sperimentali: l’utilizzo di questi agenti microbici in giovane età sembrerebbe rivestire un ruolo importante nell’indurre un’immunità T di tipo 1 (Th1) e nell’inibire lo sviluppo di una riposta Th2 IgE mediata; la normale flora intestinale (compresi i probiotici) giocherebbe un ruolo importante nell’indurre la tolleranza immunologica e infine vi è una ipotesi igienica secondo cui la ridotta carica batterica ambientale favorirebbe una risposta T di tipo 2 e lo sviluppo di patologie allergiche.

Con questi presupposti presso l’Ospedale IRCCS Galeazzi e la Dermatologia dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano sarà avviato uno studio randomizzato in doppio cieco, coordinato da Lorenzo Drago, direttore del Laboratorio analisi cliniche e microbiologiche dell’IRCCS Istituto Galeazzi, sulla combinazione di questi probiotici nella dermatite atopica. In particolare verranno arruolati 62 bambini, nei quali saranno valutati: i miglioramenti clinici (SCORAD e qualità della vita); la colonizzazione cutanea e fecale degli stafilococchi;  il miglioramento della permeabilità e microflora intestinale. Lo studio avrà la durata di 3 mesi e la somministrazione dei probiotici sarà di due bustine al giorno.