Esperti non imparziali, Stamina tutto da rifare

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È stato sospeso il Decreto di nomina della Commissione di esperti scelti dal Ministero della salute che avrebbe dovuto coordinare la sperimentazione del metodo Stamina. Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio ha accolto il ricorso di Davide Vannoni, presidente di Stamina. La motivazione su cui si basa la bocciatura del Tar, comunicata la settimana scorsa, è la mancanza di obiettività e imparzialità di giudizio da parte degli esperti scientifici incaricati di valutare il metodo, con conseguente “grave nocumento per il lavoro dell’intero organo collegiale”. I giudici sostengono inoltre che la Commissione avrebbe dovuto esaminare le cartelle cliniche dei pazienti sottoposti alla cura presso l’Ospedale civile di Brescia. Nell’ordinanza si sottolinea perciò la necessità di far partecipare ai lavori di valutazione del metodo Stamina “esperti, eventualmente anche stranieri, che sulla questione non hanno già preso posizione o, se ciò non è possibile essendosi tutti gli esperti già esposti, che siano chiamati in seno al Comitato, in pari misura, anche coloro che si sono espressi in favore del metodo”. Nel settembre scorso la Commissione aveva formulato parere negativo sul metodo Stamina, giudicandolo privo della consistenza scientifica necessaria a procedere con la sperimentazione autorizzata dal Parlamento con un finanziamento di 3 milioni di euro. Il parere non era vincolante ma il Ministero della salute aveva comunque deciso di fermarsi.

Di fatto l’ordinanza del Tar del Lazio rimette in gioco i sostenitori di Stamina: il Ministro della salute Beatrice Lorenzin ha già attivato le procedure per la nomina di un nuovo comitato scientifico. Sugli effetti della bocciatura della Commissione si sono espressi alcuni scienziati autorevoli, tra cui Giuseppe Remuzzi, presidente della Società mondiale di nefrologia e direttore dei Laboratori Negri di Bergamo, Maria Grazia Roncarolo, presidente Gruppo 2003 – San Raffaele Telethon Institute for Gene Therapy, respingendo l’accusa di agire mossi da preconcetti negativi verso Stamina e sostenendo di esprimere il proprio giudizio basandosi su evidenze condivise dal metodo scientifico, avendo come primo interesse la tutela dei malati.