Integrazione ospedale-territorio per garantire continuità di cure e di assistenza

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Giampietro Chiamenti, presidente FIMP
Giampietro Chiamenti, presidente FIMP

«Solo una reale integrazione ospedale-territorio può garantire un’adeguata assistenza rispetto agli specifici bisogni di salute in età pediatrica». Lo afferma Giampietro Chiamenti, presidente della Federazione Italiana medici Pediatri-FIMP, all’indomani degli Stati Generali della Salute svoltisi a Roma l’8 e 9 aprile.

Sulla collaborazione e integrazione dell’assistenza tra ospedale e territorio, dice ancora Chiamenti: «Per quanto riguarda la riorganizzazione dell’ospedale e della rete ospedaliera, siamo fortemente convinti che sia possibile solo nella misura in cui anche il territorio si riorganizza rispetto alla situazione attuale, soprattutto per quanto riguarda la continuità dell’assistenza. Noi abbiamo sempre distinto la continuità delle cure dalla continuità dell’assistenza. Da un lato, con continuità delle cure si intende per esempio la presa in carico dei bambini che vengono dimessi, la continuità sul territorio della cura, la condivisione di percorsi diagnostico-terapeutici e quant’altro. Con continuità dell’assistenza ci si riferisce invece al vecchio problema della necessità da parte del paziente, quando non c’è il pediatra in certi orari, soprattutto la notte, i sabati e festivi, di rivolgersi alla guardia medica, o direttamente all’ospedale. Pensiamo che vi siano margini per un ragionamento condiviso fra la componente ospedaliera e quella territoriale, che ci possa permettere di dare una soluzione, organizzando bene il territorio e lavorando di concerto con le pediatrie». Un cambiamento sulla base di strutture già esistenti, che potrebbero essere utilizzate in altro modo, sfruttando al massimo le potenzialità disponibili. «Noi pensiamo per esempio a una riorganizzazione del territorio attraverso una rete degli studi medici, in modo che ci sia un coordinamento tra gli stessi, e la possibilità di dialogare con le varie strutture attraverso strumenti informatici».

Ri-organizzazione dunque, per poter offrire quella continuità di cura e di assistenza con il quadro attuale della pediatria e degli attori in campo, a fronte di difficoltà legate a carenza di personale, per il ricambio generazionale e la riduzione dei posti nelle scuole di specializzazione, e di bisogni che sono cambiati e stanno cambiando. «È necessario intervenire sull’assistenza considerando che alcuni bisogni di salute sono stati ridimensionati dalla prevenzione ‒spiega Chiamenti. ‒ In compenso assistiamo a un aumento delle patologie legate alla cronicità».