Una nuova tecnica chirurgica per l’insufficienza mitralica congenita

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Alessandro Frigiola e Mario Carminati con i bambini operati
Alessandro Frigiola e Mario Carminati con i bambini operati

Quattro bambini italiani con insufficienza mitralica sono stati operati con successo grazie a una nuova tecnica chirurgica che prevede l’utilizzo di una valvola percutanea biologica per adulti modificata. L’intervento, messo a punto da cardiochirurghi pediatrici del Boston Children’s Hospital, è stato eseguito dai cardiochirurghi pediatrici e cardiologi interventisti del Centro E. Malan dell’IRCCS Policlinico San Donato.

La patologia congenita della valvola mitralica, stenosi o insufficienza, causa grave scompenso cardiaco, dispnea, ipertensione polmonare, difficoltà di crescita. La chirurgia per la correzione del difetto valvolare non porta quasi mai a un risultato ottimale e i bambini sono costretti a subire più interventi ravvicinati per mantenere una funzionalità cardiaca accettabile. «L’intuizione degli americani sembrerebbe aver fornito la soluzione per evitare a questi bambini lo spettro di interventi plurimi e ravvicinati – sostiene

Alessandro Frigiola, cardiochirurgo pediatrico del Policlinico San Donato. – Abbiamo chiesto ai colleghi americani di supportarci per eseguire il primo intervento e insieme, vista la perfetta riuscita, abbiamo impiantato la valvola a 4 bambini italiani, tra i 6 mesi e i 6 anni di vita. I bambini hanno reagito ottimamente all’impianto».

La valvola biologica, utilizzata nell’intervento, nasce per sostituire la valvola polmonare difettosa con impianto percutaneo, negli adulti. È costituita da un tratto di giugulare bovina, con annessa valvola suturata su uno stent, a sua volta montato su un catetere a palloncino. Oltre ad avere delle dimensioni molto piccole, è in grado di essere ri-espansa, assecondando la crescita del bambino. Diversamente dall’uso standardizzato la nuova procedura pediatrica prevede un impianto cardiochirurgico, con sternotomia e circolazione extracorporea.

«È una procedura nuova di cui non conosciamo follow up a lungo termine, ma che è comunque estremamente promettente per un gruppo di pazienti per i quali, di fatto, oggi non esistono alternative soddisfacenti» commenta Mario Carminati, responsabile della Cardiologia pediatrica dell’IRCCS Policlinico San Donato.