Piccoli cuori in 3D

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La tecnologia di stampa in 3D, anticipando i passi da compiere durante l’intervento in sala operatoria, può rendere la procedura chirurgica un po’ più sicura per i bambini affetti da cardiopatia congenita. Questa opportunità è già stata colta negli Stati Uniti e in Gran Bretagna dove alcuni pazienti anche molto piccoli con malformazioni cardiache gravi sono stati operati con successo da chirurghi che si erano esercitati su una riproduzione identica al loro cuore malato, ricreata con una stampante in 3D. Le piccole dimensioni dell’organo e la complessità di alcuni difetti congeniti rende a volte impossibile decidere in anticipo la strategia dell’intervento, con il rischio di dilatare i tempi di permanenza in camera operatoria, dell’anestesia e il numero di manovre invasive, con aumento dei costi sanitari e rischi per il paziente. Al Children’s Hospital di Los Angeles(CHLA) e al St Thomas Hospital di Londra, due degli ospedali dove è stata adottata per la prima volta questa tecnica, i chirurghi hanno potuto valutare le tattiche migliori per correggere il difetto cardiaco tenendo tra le mani il cuore del paziente ricostruito con una stampante 3D.

Giacomo Pongiglione, direttore del Dipartimento medico-chirurgico di cardiologia pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù
Giacomo Pongiglione, direttore del Dipartimento medico-chirurgico di cardiologia pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù

«Non mi risulta ci siano sperimentazioni analoghe in Italia» afferma il professor Giacomo Pongiglione, direttore del Dipartimento medico-chirurgico di cardiologia pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù. «Questi modelli ottenuti con la stampa 3D rappresentano un piccolo avanzamento rispetto alla ricostruzione tridimensionale virtuale, ottenuta con la risonanza magnetica e la tomografia computerizzata, che ci permette di visualizzare il cuore sullo schermo del computer, ruotare l’immagine ed esaminare l’organo da tutte le angolazioni possibili prima dell’intervento. I modelli ottenuti con la stampa in 3D hanno le stesse limitazioni della ricostruzione virtuale, ovvero riprendono un’immagine statica, al momento della sistole o della diastole, molto diversa dalla realtà. Con entrambe le tecniche non possiamo fare una predizione sull’esito dell’intervento chirurgico, aspetto su cui invece stiamo lavorando, ma solo limare alcune fasi dell’operazione».

 

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