Automonitoraggio della glicemia: nessun risparmio dalla gara centralizzata

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Mohamad Maghnie, presidente della Società italiana endocrinologia e diabetologia pediatrica
Mohamad Maghnie, presidente della Società italiana endocrinologia e diabetologia pediatrica

Uno studio recente realizzato dal Dipartimento di Scienze del farmaco dell’Università di Pavia, dimostra che i risparmi per il Sistema sanitario nazionale attesi dallo schema di gara centralizzata con distribuzione diretta dei presidi per le persone con diabete sono estremamente variabili se non del tutto aleatori. Questo modello è stato già adottato dalla Regione Liguria e dall’Emilia Romagna. La gara centralizzata per l’automonitoraggio della glicemia, se da una parte abbassa il costo della singola striscia, dall’altra pone problemi di gestione, che hanno un costo reale, a partire dalla sostituzione del glucometro. Il modello di analisi applicato dalla ricerca ha valutato una popolazione di 100mila diabetici, di cui 5mila considerati a elevato consumo di strisce reattive per automisurazione (5 al giorno di media), e 95mila come assistiti standard con consumo di una striscia ogni due giorni. Il costo della singola striscia è stato considerato di 0.20 centesimi, contro una media nazionale di 0,40. Tre gli scenari: nella prima ipotesi i glucometri sono sostituiti tutti insieme, e il costo pari a 28.736.000; in una seconda, più realistica, con una sostituzione del 25% dei glucometri ogni anno, il costo complessivo sarebbe di 35.804.000; in una ipotesi intermedia con un tasso di sostituzione del 50%, i costi totali sono 32.270.000.

«Sulla base delle nostre valutazioni, che peraltro non tengono conto dei costi indiretti ‒ spiega Giorgio Colombo, farmacoeconomista del Dipartimento di Scienze del farmaco dell’Università di Pavia, coordinatore dello studio pubblicato su Clinico Economics (Colombo G, et al, 2014; 9: 13-24) ‒crediamo che questa strada non sia economicamente efficiente né sostenibile».

«L’autocontrollo è la base della gestione e della terapia della malattia diabetica ‒ commenta Mohamad Maghnie, presidente della Società italiana endocrinologia e diabetologia pediatrica (SIEDP). ‒ Nel neonato e nel bambino piccolo questa viene fatta dalla famiglia, ma già da 8 anni e per tutta l’adolescenza il giovane impara a gestire autonomamente la malattia. La sostituzione del dispositivo di misurazione conseguente a una gara centralizzata, può, dunque, creare notevoli disagi, soprattutto per il monitoraggio continuo, con particolare attenzione alla segnalazione dell’ipoglicemia inavvertita. Pertanto, la scelta della tecnologia è fondamentale e dipende dalle caratteristiche della malattia e del paziente».

La soluzione proposta a conclusione dello studio è quella dell’individuazione di forme alternative alla gara e tese alla definizione di una tariffa di riferimento correlata alle diverse tipologie di strumenti, da quelli più semplici a quelli tecnologicamente avanzati.