Prossima sfida: integrare le attività vaccinali nei Paesi UE

1970

Childhood Immunizations

 

L’Europa è divisa su molti temi ma riacquista credibilità nel sostenere una pratica comune delle vaccinazioni, un’azione insostituibile di salute pubblica a tutela dell’individuo e della collettività. Per raggiungere una quota elevata di persone vaccinate, e ridurre così la circolazione dei microrganismi responsabili delle malattie, è necessario però impegnarsi e adottare una politica di carattere sovranazionale, superando le differenze tra i calendari vaccinali in vigore nei diversi Paesi. Una delle principali attività messe in campo è Venice III (Vaccine European New Integrated Collaboration Effort) coordinato dall’italiano Paolo D’Ancona, del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e finanziato dall’European Center for Disease Prevention and Control (EDC). Creato proprio con l’obiettivo di ottenere una visione globale delle attività vaccinali nei vari Stati dell’Unione, Venice III si occuperà di organizzare la raccolta di report monotematici redatti con la collaborazione di esperti e di realizzare ricerche dettagliate sulle realtà nazionali.

L’ISS, ancora una volta, ha lanciato l’allarme sul rischio di un calo della copertura vaccinale, un trend in atto dal 2012 (- 0,7 per centro per i vaccini obbligatori, ancora più rilevante per le immunizzazioni contro morbillo, parotite e rosolia) al limite della soglia di sicurezza. Molti genitori scelgono di non sottoporsi e di non sottoporre i propri figli alle vaccinazioni non ritenendo più necessario farlo, o considerandole poco sicure, anche se nel 2015 sono stati segnalati solo 18 eventi avversi su 100.000 dosi vaccinali.

Il progetto Venice III contribuirà anche a organizzare l’European Immunization Week, prevista tra il 24 e il 30 aprile 2016 e sostenuta da OMS Europa, una settimana dedicata alla condivisione d’informazioni, alla consapevolezza e alla comunicazione diretta ai cittadini sull’importanza di promuovere politiche di immunizzazione universale sul territorio dell’Unione Europea. Ma soprattutto rilancerà l’esigenza di trovare una strada comune che permetta, superando differenze di natura storica e culturale, di ripensare i progetti vaccinali dei 29 Paesi dell’Unione europea, la metà dei quali non prevede neanche una vaccinazione obbligatoria pediatrica. L’European Vaccine Action Plan 2015-2020 è stato approvato all’unanimità il 17 settembre 2014: l’intenzione è ancora una volta armonizzare le prassi e intervenire sull’offerta attiva. Lo spirito è quello di rafforzare i presidi sanitari dedicati all’immunoprofilassi, e quindi l’adesione dei genitori alle campagne vaccinali, puntando sulla gratuità per superare la diatriba tra vaccini obbligatori/facoltativi.