Appropriatezza e ruolo dei pediatri in ambito allergologico

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Nuove note della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO) rispetto all’appropriatezza, con una lettera indirizzata al Ministro della salute Beatrice Lorenzin, cui si riferisce anche la Federazione italiana medici pediatri (FIMP) in un comunicato rispetto al ruolo dei pediatri in ambito allergologico. “L’appropriatezza essendo un patrimonio della Professione non può che riguardarla nella sua totalità e non essere limitata come oggi previsto dal decreto solo all’assistenza territoriale”, scrive la FNOMCeO nella lettera. “La definizione di criteri di derogabilità è funzione del Governo, mentre l’appropriatezza clinica si fonda su complesse interazioni di competenze scientifiche, relazione con il paziente, patrimonio etico e culturale della Professione tenuto conto anche di aspetti socio-sanitari”. Nella lettera vengono segnalati diversi punti rispetto al contenuto, e in particolare la FIMP si riallaccia al tema delle indagini allergologiche che, scrive ancora la FNOMCeO, meritano “una più ampia rivisitazione”. Rispetto al ruolo dei pediatri in questo ambito il presidente nazionale della FIMP Giampietro Chiamenti afferma: «Le malattie allergiche hanno un’alta incidenza in bambini e adolescenti e i pediatri di famiglia devono poter svolgere in pieno il loro ruolo di specialisti per questa età e quindi essere messi nella condizione di poter effettuare una diagnosi allergologica di primo livello». Inoltre Chiamenti sempre sui contenuti del DM Appropriatezza risottolinea che «dovrebbe lasciare spazio agli specialisti pediatri per la prescrivibilità degli screening allergologici, riservando l’invio a un secondo livello specialistico solo dei casi più complessi». Il rischio altrimenti è di un importante aumento delle liste di attesa, non positivo per l’assistenza di bambini e di adolescenti, in una patologia che “sta aumentando la sua incidenza proprio in questa fascia di età”.