Il ritratto dei giovani medici

1997

group of doctors looking at tablet pcPossibilità di lavoro, impegno sociale e di valori, aspirazioni per il futuro; sono alcuni dei temi su cui sono stati interpellati i giovani medici con meno di 40 anni per avere un quadro della situazione e del pensiero della categoria che si affaccia o sta portando avanti il proprio percorso professionale medico. L’indagine, chiamata «Chi ci curerà nel 2020», è stata realizzata dall’Osservatorio internazionale della salute (OIS) in collaborazione con OMCeO Roma insieme a FIMMG Roma, Cimo e Consulcesi. È stato inviato un questionario a medici tra i 25 e i 40 anni ed estratto un campione di 800 medici, pari al 10% della frazione sondata. Le domande coprivano sei aree: la condizione professionale e retributiva dell’ultimo anno; le aspirazioni per il futuro; le esperienze di volontariato; la domanda formativa sui temi etici e deontologici; la tutela professionale e gli strumenti di sostegno finanziario alla professione. Fra i vari dati raccolti, è emerso un giovane medico che trova lavoro retribuito nell’85,1% dei casi, anche se il 32,1% nell’ultimo anno ha svolto almeno due attività, chiede più formazione su etica e deontologia (89%) e svolge attività di volontariato (37,7%); tre quarti circa dei medici del campione hanno tra gli obiettivi professionali il lavoro in ospedale (77,1%) e rispetto alla tutela professionale l’87,5% ha una copertura assicurativa, e in generale il 69,2% è interessato a un programma di sostegno all’attività. «La finalità di questo tipo di indagini è proporre soluzioni facendo, dunque, seguire l’azione alla ricerca. In tal senso una risposta all’esigenza di superare le difficoltà causate dal blocco del turnover del Servizio sanitario nazionale, è costituita da forme innovative di economia sociale, come le startup di giovani medici» dice Giuseppe Petrella, presidente del Comitato scientifico di OIS, che riporta anche come i dati emersi dal questionario suggeriscano di estendere la possibilità di attività sanitaria nel campo del volontariato, quale occasione di crescita culturale, sociale e professionale, e afferma che sarebbero auspicabili “pacchetti previdenziali integrativi dedicati ai giovani professionisti e programmi di sostegno finanziario, da destinare a chi avvia l’attività professionale, finalizzati a specifiche iniziative”.