Bullismo e cyberbullismo: i dati del Telefono Azzurro

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Duecentosettanta casi di bullismo e cyberbullismo gestiti, 619 consulenze. I numeri sono del dossier del Telefono Azzurro sui casi di bullismo e cyberbullismo nell’arco dell’anno scolastico 2015-2016 (da settembre a giugno), gestiti dal loro Centro nazionale di Ascolto, un caso al giorno. Secondo quanto riportato come area geografica il 45 % dei casi gestiti era al Nord e in circa l’85 per cento la nazionalità era italiana e viene indicato che gli stranieri che contattano il Telefono Azzurro lo fanno principalmente per altre ragioni e bullismo e cyberbullismo sono legati ad altre difficoltà. Il 45 per cento delle vittime è rappresentato da femmine per quanto riguarda il bullismo, ma il 70% per il cyberbullismo, mentre nel 60% dei casi i bulli sono maschi. Viene segnalata una riduzione dell’età delle vittime, che arrivano ad avere anche 5 anni (nel 22% dei casi) e le richieste per cyberbullismo iniziano nelle scuole secondarie.

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Per quanto riguarda le conseguenze riportate dalle vittime, è indicata un’ansia diffusa che può portare ad abbandono e dispersione scolastica, ad atti autolesivi, a ideazioni suicidarie e a tentativi di suicidio: viene riportato che il 30% delle vittime di bullismo mette in atto comportamenti di autolesionismo e che il 10% avrebbe pensato o tentato il suicidio. Vi sono poi difficoltà emotive e comportamentali che possono avere effetti negativi a lungo termine e conseguenze anche in chi ha assistito per quello che ha vissuto. «L’approvazione alla Camera della legge su bullismo e cyberbullismo è un segnale molto positivo, così come il dibattito che si è aperto in Parlamento sul tema» ha affermato Ernesto Caffo, neuropsichiatra infantile e presidente di SOS Il Telefono Azzurro Onlus «Il percorso non è stato facile, ma siamo fiduciosi che, dopo il passaggio al Senato, si arrivi a una legge contro il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, che da sempre Telefono Azzurro sostiene con forza. Accanto a questo, occorre valorizzare le azioni preventive e il ruolo degli adulti: far sì, quindi, che i bambini possano crescere accompagnati da genitori e insegnanti preparati e formati sul tema della sicurezza in rete».