I diversi aspetti dell’assistenza e cura dei nati prematuri nel Libro Rosso della SIN

Il 7% del totale delle nascite, circa 30.000 bambini nati prematuri ogni anno. Questi i numeri in Italia a rappresentare una condizione difficile, un inizio della vita in salita che richiede l’impegno di ospedali, medici, infermieri e naturalmente delle famiglie di questi neonati. Un impegno che non è venuto meno in questo periodo complicato dalla pandemia da SARS-CoV-2: “Nascere ai tempi del COVID ha cambiato profondamente le nostre vite, costringendoci anche a un modo diverso di assistere i neonati nelle Terapie Intensive Neonatali”, ha detto Fabio Mosca, presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN). “Occorre tuttavia, anche in questo difficile momento ribadire l’importanza della zero separation e mantenere fermo e forte il contatto coi genitori, che non possono e non devono essere considerati alla stregua di semplici visitatori”.

La tutela del neonato prematuro è affrontata dal Libro Rosso SIN, che fa parte delle iniziative portate avanti dalla società scientifica, presentato anche nel corso della giornata congressuale “Prendiamoci cura del futuro”, organizzata a metà novembre dalla SIN insieme con Vivere Onlus – Coordinamento delle Associazioni dei genitori, in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità-World Prematurity Day. Il Libro Rosso è il frutto del lavoro di una pluralità di soggetti: numerose società e tre università (Bicocca, Politecnico di Milano e Università di Parma) insieme con un centinaio di autori e revisori. “I problemi più grandi che ci troveremo ad affrontare nei prossimi anni sono da una parte la denatalità – l’Italia è tra i Paesi con un tasso di natalità tra i più bassi d’Europa che a fine 2020 potrebbe scendere sotto i 400 mila nati a causa di paura e incertezza dovute al COVID – e dall’altra un problema di risorse economiche, in riduzione e comunque indirizzate verso altri settori”, ha spiegato il coordinatore Rinaldo Zanini, già direttore della Terapia Intensiva Neonatale di Lecco, capo Dipartimento Materno Infantile e membro di numerose commissioni ministeriali e regionali.

Il libro ha come contesto di riferimento, pur mantenendo il peso e lo spazio dei professionisti del settore, l’unicità biologica gravidanza-parto-nascita e la centralità della diade madre-neonato, cui assicurare qualità, sicurezza ed efficienza nelle cure e nelle terapie. Il pubblico cui si rivolge il Libro Rosso è composto dai professionisti, gli amministratori, i decisori e gli utenti: “Il nostro orizzonte non è quello di costruire uno strumento per una dimensione legislativa, ma offrire uno sguardo professionale per costruire un futuro realizzabile, grazie al confronto con altre professionalità che rappresenta un’occasione per uscire dalla propria comfort zone”.

Nelle diverse sezioni del volume, oltre alle parti sugli aspetti amministrativi e legislativi, viene dato spazio al tema delle risorse umane, che devono essere adeguate e gestite correttamente, come sottolineato da Rinaldo Zanini “Una volta assegnate le risorse bisogna tuttavia imparare a gestirle. Si ottengono risultati assistenziali migliori se il management della direzione dell’Unità Operativa è partecipativo e in grado di coinvolgere i propri collaboratori”. Inoltre, un altro elemento trattato, da considerare per la qualità delle azioni, è rappresentato dalla dimensione dell’Unità Operativa, su cui la letteratura non si trova concorde: “Noi siamo andati a ridefinire, monitorando un periodo di 5 anni con 11.124 neonati sottopeso i limiti di cut-off, scoprendo che il limite di cut-off vero è il numero inferiore a 25 neonati sotto 1,5 kg l’anno”. Vengono infine affrontati il nodo dei punti nascita e del numero di nati, gli standard ostetrici e infermieristici, la care con il supporto dei genitori, e gli indicatori, sempre da esplicitare.