Il Garante per la protezione si è espresso con un procedimento contro il social network per i rischi nei confronti dei minori

Avviato un procedimento contro TikTok da parte del Garante per la protezione dei dati personali. Le violazioni principali contestate al social network sono una scarsa attenzione alla tutela dei minori, il divieto di iscrizione ai più piccoli facilmente aggirabile, la poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti e le impostazioni predefinite non rispettose della privacy.

Tik Tok viene utilizzato soprattutto dai più giovani, che condividono sul social network video di breve durata.  “Ci siamo fermati alla prima riga. Tanto ci è bastato per sostenere pienamente il procedimento avviato dal Garante della privacy nei confronti di TikTok”, afferma Ivano Zoppi, Segretario generale di Fondazione Carolina, dedicata a Carolina Picchio, prima vittima riconosciuta di cyberbullismo in Italia e impegnata da anni a tutela dei minori in Rete. Da tempo la Fondazione contesta la scarsa attenzione alla tutela dei minori, denunciando i rischi di TikTok, ma sottolinea altre caratteristiche, più preoccupanti, di questo social network: “Se age verification, privacy e gestione dei dati sono problematiche comuni a più piattaforme, quello che spaventa del social dei balletti è la cultura dell’ammiccamento e dell’intimità esibita. L’esposizione continua e vuota di una fisicità costantemente condivisa e banalizzata”.

TikTok è stato al centro di un recente sondaggio sul rapporto dei preadolescenti con questo social realizzato della Fondazione in collaborazione con la cooperativa di educatori Pepita Onlus, riportando, fra i primi risultati, che il 60% degli intervistati (di cui il 60% femmine) usa questo social network, l’86% lo utilizza per divertirsi nel tempo libero, in media viene dedicata un’ora e mezza al giorno, l’80% non ne parla o ne parla poco con i genitori, e più della metà non lo ha chiesto questi ultimi quando lo ha aperto.

“Dobbiamo fermare questa centrifuga di sentimenti cui sottoponiamo ogni ora i nostri figli, che non possiamo, non dobbiamo lasciare soli sul web”, conclude Ivano Zoppi, che richiama alla responsabilità di genitori sull’utilizzo dei social network da parte dei figli: “Comportarsi su internet come nella vita vera. Sono certo nessuna ragazzina di 12 anni simulerebbe uno spogliarello in metropolitana, eppure in Rete sembra ormai la prassi. I genitori devono ritrovare il coraggio di educare, accompagnando e sostenendo i figli anche nella loro esperienza digitale”.