L’uso di dispositivi di fotoprotezione pediatrici, inclusi i filtri solari, viene sempre più incoraggiato dalle compagne per la salute. Mentre per gli adulti è stata riconosciuta una relazione tra alcuni filtri chimici e reazioni fotoallergiche da contatto, per la popolazione pediatrica i dati disponibili sono limitati. In un recente studio è stata valutata la frequenza di reazioni fotoallergiche e di allergia da contatto ai filtri chimici in bambini (età <18 anni) con sospetta fotosensibilità. È stata condotta un’analisi retrospettiva dei dati relativi ai bambini che avevano praticato, presso un unico centro di fotodiagnostica dal 2000 al 2011, fotopatch test con una serie standard di 9 diversi filtri per gli ultravioletti (UV) e creme solari. Durante i test, le serie con i filtri UV e con le creme solari dei pazienti in esame venivano applicate in duplicato a livello del dorso e le letture venivano eseguite subito dopo la rimozione dei cerotti e a 24 e 48 ore dopo una singola esposizione agli UVA.
Lo studio ha incluso 157 pazienti di età compresa tra i 3 e i 17 anni, di cui 69 maschi e 88 femmine. Il 6,4% mostrava una risposta positiva ai filtri UV e/o alle proprie creme solari (4,5% ai filtri UV, 5,7% alle proprie creme solari). I filtri UV più frequentemente coinvolti erano benzofenone-3 e etilesile metossicinnamato. Inoltre, venivano osservate reazioni allergiche da contatto nel 5,7% dei bambini. Nel complesso il 10,2% dei soggetti mostrava reazioni fotoallergiche e/o allergiche da contatto. Gli autori dello studio sottolineano che questa è la più ampia serie di fotopatch test riportata in una popolazione pediatrica ed evidenzia che sia le reazioni fotoallergiche che allergiche da contatto a filtri e creme solari sono piuttosto frequenti nei pazienti pediatrici valutati in fotodiagnostica. Bisognerebbe, pertanto, prendere in considerazione la pratica di tali test nei bambini che presentano sintomi di fotosensibilità.
Haylett AK, Chiang YZ, Nie Z, et al. Br J Dermatol 2014 Mar 26.
