Spetta all’Emilia Romagna il poco invidiabile primato della prescrizione inappropriata di antibiotici sistemici in età pediatrica, area dove si registrano tassi tre volte superiori rispetto ai Paesi Bassi e superiori persino a quelli tedeschi. Ed è forse la presenza di questa Regione italiana, per altri versi virtuosa, l’unica sorpresa di uno studio di coorte, pubblicato su BMC Pediatrics, condotto sulla dispensazione ambulatoriale di antimicrobici a bambini e adolescenti di età compresa tra 0 e 18 anni in cinque Paesi europei: Italia, Danimarca, Regno Unito, Olanda e Germania.
Il rapido sviluppo di ceppi resistenti, che sta mettendo in allarme la comunità scientifica rispetto alla sempre maggiore difficoltà di guarire infezioni comuni con gli antibiotici, non sembra infatti scalfire la consolidata abitudine dei pediatri di consigliare questi farmaci anche quando non serverebbero, per esempio per trattare mal di gola, otite media, sinusite, bronchite e tosse acuta sostenute da virus.
Gli autori dello studio hanno trovato conferma della loro ipotesi analizzando le prescrizioni effettuate negli anni 2005-2008, raccolte in 5 database elettronici, su un totale di 23 milioni di pazienti. Per tener conto delle differenze di utilizzo per età (gruppi ≤ 4, 5-9, 10-14 e 15-18 anni), dei sottogruppi di antibiotici impiegati nei vari Paesi (tetracicline, penicilline ad ampio spettro, penicilline a spettro ristretto, cefalosporine di seconda e terza generazione, sulfonamidi/trimetoprim, macrolidi e nitrofurani) e delle variazioni stagionali è stato adoperato un protocollo standardizzato. Poiché il dosaggio degli antibiotici dipende dall’età e dal peso del bambino, invece delle Defined Daily Doses (DDD), sono stati usati i tassi di prescrizione per tempo-persona che, per il 2008, ha visto in cima alla classifica l’Emilia Romagna con 957,2 prescrizioni per 1000 anni-persona, seguito dalla Germania (560,8), dal Regno Unito (555,2), dalla Danimarca (481,0) e dai Paesi Bassi (294,2). In Italia, al di sotto dei 4 anni di età, le penicilline ad ampio spettro superano il 57 per cento delle prescrizioni, nei pazienti più grandi aumenta invece quella dei macrolidi che raggiunge il 20 per cento circa.
Da parte dei pediatri europei il ricorso a un antibiotico piuttosto che a un altro è molto variabile ed è frutto di scelte individuali in assenza di una giustificazione clinica, segno di mancata appropriatezza rispetto alle reali indicazioni del farmaco. È perciò forte il richiamo a investire nell’informazione indipendente sul corretto impiego degli antimicrobici anche rivolta ai cittadini.
Jakob Holstiege J et al. BMC Pediatrics 2014; 14: 174.