Bambini e automedicazione

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Giampietro Chiamenti
Giampietro Chiamenti

Confusione sulle tipologie di farmaci, utilizzo non appropriato di quelli che si hanno già in casa. Un’indagine sull’automedicazione in età pediatrica della Federazione italiana medici pediatri (FIMP) ha raccolto i dati sul tema e Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione) ribadisce l’importanza di alcune regole per i genitori, da seguire per conoscere i tipi di farmaci e usarli in modo adeguato.

Giampietro Chiamenti, presidente della FIMP, racconta che dall’indagine “è emerso su un campione di circa 1.200 mamme che il 30% delle stesse ricorre all’automedicazione. I farmaci più utilizzati sono soprattutto antipiretici e antiinfiammatori e, tra gli integratori, i probiotici e alcuni vitaminici. Inoltre, non conoscono la differenza tra integratori e farmaci (circa il 60%) e il 20% dei genitori non consulta i bugiardini e ignora i potenziali effetti collaterali pur essendone preoccupati (circa il 77%)”. Sui dati raccolti dall’indagine dice Adima Lamborghini, del Centro Studi FIMP: «Nel campo della somministrazione di farmaci i genitori mostrano spesso un comportamento ambivalente; tendono infatti a chiedere informazioni al pediatra o al proprio medico sui farmaci, ma utilizzano di propria iniziativa alcune categorie di prodotti (soprattutto vitaminici, probiotici e immunostimolanti), fenomeno rilevato nell’11% dei soggetti intervistati. Inoltre, un altro aspetto del comportamento dei genitori è la tendenza a utilizzare farmaci prescritti in precedenza dal proprio pediatra, per usi diversi da quelli suggeriti (5,3% dei soggetti intervistati), spesso in modo inappropriato per la patologia».

Rispetto alle fonti d’informazione dei genitori, i pediatri di famiglia restano sempre al primo posto (77 per cento), i farmacisti sono considerati dall’11 per cento, mentre internet rimane al 15 per cento e il foglietto illustrativo arriva a un 31 per cento. Dice ancora Chiamenti: «Quando le mamme vengono in ambulatorio molto spesso arrivano già con una diagnosi in mano, soprattutto quelle con una buona istruzione ma poi, per fortuna, finiscono per ascoltare il loro pediatra di fiducia.». E sul ruolo della informazione afferma Lamborghini: «C’è molta strada da fare nel campo della conoscenza della possibilità di affrontare piccole patologie, soprattutto quelle più frequenti (rinite, febbre, tosse, stipsi) con l’uso di farmaci di automedicazione. Le fonti che i genitori ritengono più affidabili (pediatra, medici di famiglia, farmacista) hanno un ruolo in questo processo, ma occorre una sensibilizzazione a partire dai mezzi di comunicazione di massa. In questo il ruolo di questi mezzi non è quello di fornire le informazioni dettagliate, poiché i genitori non li percepiscono come fonte affidabile, ma di sollevare il problema e di creare un movimento culturale, che poi può portare i genitori a chiedere in modo consapevole come utilizzare al meglio i prodotti di cui dispongono».