Allattamento al seno: la CIANB commenta i dati Istat

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BreastfeedingUn passo avanti importante, con dati da interpretare adeguatamente. La Coalizione italiana per l’alimentazione dei neonati e dei bambini (CIANB) riprende i dati Istat usciti a dicembre 2014 e in una nota commenta quanto riportato. Il documento Istat “Gravidanza, parto e allattamento al seno” con i dati del 2013 riporta un aumento dall’81,1% all’85,5 per cento delle donne che allattano rispetto al 2005 e una crescita anche della durata media (6,2 mesi nel 2000, 7,3 nel 2005, 8,3 nel 2013). La CIANB tuttavia afferma di non condividere l’interpretazione ottimistica dei media su alcuni dati: per esempio, l’aumento all’85,5% “si riferisce a quello che internazionalmente è meglio noto come ‘tasso di inizio dell’allattamento’; indica la percentuale di donne che, negli ultimi 5 anni, hanno dato il loro latte ai figli. Non distingue però se l’abbiano dato, ad esempio, per una sola e unica poppata, o se abbiano allattato in maniera esclusiva nei modi e tempi raccomandati sulla base delle evidenze scientifiche”. La CIANB sottolinea anche la distribuzione diseguale nelle diverse zone d’Italia sia di tale percentuale, sia della durata media (anche dell’allattamento esclusivo), sempre con differenze lungo la penisola. La nota della CIANB sottolinea positivamente i metodi di indagine adottati, usando gli indicatori e i metodi suggeriti dall’OMS, e indica anche come novità positive l’attenzione verso i determinanti sociali dell’allattamento (che oltre alle differenze regionali indicano la distribuzione rispetto all’istruzione e alla cittadinanza) e l’associazione fra i tassi e la durata dell’allattamento con alcune pratiche ospedaliere. La nota si conclude con un plauso all’Istat per l’inclusione di indicatori e metodi che “ci permettono di capire meglio la situazione, di identificare alcune priorità per interventi migliorativi, e di iniziare a fare confronti internazionali”, un invito a chi fa informazione ad approfondire maggiormente e una raccomandazione ai pediatri e agli operatori sanitari a collaborare sempre di più alla protezione dell’allattamento.