È stato dichiarato lo stato di agitazione nei confronti del Governo e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome da parte della categoria dei medici convenzionati con il Servizio sanitario nazionale. A darne notizia sono le organizzazioni sindacali FIMMF, FIMP, SNAMI e SUMAI. Lo stato di agitazione è “motivato dal grave e perdurante disagio dell’intera categoria medica, causato da politiche orientate esclusivamente alla gestione emergenziale e attente solo al risparmio, che trascurano il perseguimento dell’obiettivo di rispondere ai bisogni assistenziali dei cittadini secondo criteri ispirati a valori di equità, giustizia e sicurezza”. Nella comunicazione dello stati di agitazione vengono riportate le difficoltà della categoria nell’esercizio della professione per provvedimenti legislativi e amministrativi che subordinano “le scelte dei medici a contenuti economici e non assistenziali”. Viene riportato come persista il mancato coinvolgimento da parte di Governo e Regioni nelle scelte e non sostegno alla figura professionale del medico, e sottolineato come il futuro del SSN dipenda non solo dal finanziamento, ma da diversi aspetti, come modelli di governance innovativi, equilibri istituzionali, ruolo e responsabilità dei medici e valore del loro lavoro, politiche nazionali a garanzia del diritto alla tutela della salute ovunque. “I medici chiedono di diventare interlocutori istituzionali ascoltati dalla politica sanitaria nazionale e regionale, in quanto depositari di quella cultura e di quelle competenze che li rendono portatori di soluzioni dei problemi nell’interesse dei cittadini, e si propongono come parte attiva nelle scelte decisionali per l’evoluzione dell’organizzazione del lavoro e per adattare le performance professionali al miglior percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale possibile”.