Bambini e adolescenti con il diabete a scuola: a loro è dedicato un progetto di gestione integrata, a cura di Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, coordinamento tra Associazioni italiane di aiuto a bambini e giovani con diabete (AGDI) e Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (SIEDP) con il contributo non condizionato di Novo Nordisk. Il progetto, la cui fase operativa ha preso il via al XX Congresso nazionale SIEDP, a Roma, con la riunione del Comitato esecutivo, parte dal «Documento strategico di intervento integrato per l’inserimento del bambino, adolescente e giovane con Diabete in contesti Scolastici, Educativi, Formativi al fine di tutelarne il diritto alla cura, alla salute, all’istruzione e alla migliore qualità di vita», redatto dall’AGDI in collaborazione con i Ministeri della Salute e dell’Istruzione e presentato nel 2013. Il documento strategico descrive i processi da attivare quando arrivano bambini con diabete a scuola e quando viene fatta la diagnosi di diabete a un alunno: chi fa cosa, sia ogni giorno nelle condizioni normali, quindi rispetto alla somministrazione di insulina e al controllo glicemico, sia in casi di emergenza. In alcune regioni (Abruzzo, Umbria, Calabria e Sicilia) il documento è stato recepito con atti formali, ma prima dell’implementazione ci vuole un’analisi della fattibilità e sostenibilità. Da qui il Comitato esecutivo, che ha alla guida Paola Pisanti del Ministero della Salute ed è composto da esperti di SIEDP, AGDI e IBDO. Rispetto al documento afferma Gianni Lamenza, presidente AGDI Italia: «Le strategie in esso rappresentate sono il risultato finale del comune lavoro di riflessione e di confronto fra l’associazione di volontariato – AGDI – l’Istituzione ministeriale – Salute e Istruzione -, i referenti regionali, i referenti della scuola, la diabetologia pediatrica, la pediatria di libera scelta, e richiamano tutti gli interlocutori alla necessità di definire un piano condiviso di accoglienza per garantire le migliori condizioni, vicine quanto possibile alla ‘normalità’, e una permanenza in ambito scolastico, in condizione di sicurezza».