Vitamina D, promossa da SIP e SIPPS la prima Consensus

2007

tropfflasche

Raccomandazioni mirate per la prevenzione dell’ipovitaminosi D in età pediatrica, con l’individuazione di chi è a rischio e indicazioni su profilassi e trattamento. Le informazioni sono contenute nella prima Consensus sulla vitamina D, documento promosso dalla Società italiana di pediatria (SIP) e dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale (SIPPS), in collaborazione con la Federazione medici pediatri (FIMP). «L’ipovitaminosi D, condizione che va dall’insufficienza al deficit di vitamina D, riguarda oltre un bambino su due, con punte massime in epoca neonatale e nell’adolescenza, dove si arriva a percentuali del 70%» dice Giovanni Corsello, presidente della SIP. Vi sono raccomandazioni sulla profilassi per il primo anno di vita, in corso di allattamento sia al seno sia artificiale, e per la fascia di età da uno a 18 anni nei soggetti a rischio. «La principale novità del documento è rappresentata dalle recenti acquisizioni scientifiche relative alle azioni extrascheletriche della vitamina D nel bambino e nell’adolescente» sottolinea Giuseppe Saggese, presidente della Conferenza permanente dei direttori delle scuole di specializzazione in pediatria e coordinatore e scientifico della Consensus. «Nuove evidenze suggeriscono che la vitamina D ha un ruolo positivo in alcune patologie autoimmuni, come il diabete mellito 1 e l’artrite idiopatica giovanile, ma anche nell’asma, nel broncospasmo e nelle infezioni respiratorie ricorrenti. Alcuni studi hanno messo in luce che i bambini con queste infezioni hanno livelli più bassi di vitamina D e si è visto anche che la vitamina D ne migliora il decorso. Si tratta di letteratura recente ancora oggetto di approfondimento, ma i risultati sono incoraggianti e aprono nuove prospettive di utilizzo della vitamina D. In attesa di dati definitivi i pediatri devono comportarsi usando i principi del buonsenso e facendo riferimento alle raccomandazioni della Consensus».