Nei bambini, le crisi convulsive rappresentano una causa importante di accesso in pronto soccorso. L’eziologia può variare da condizioni benigne e a forme gravi che possono mettere in pericolo la vita. In circa il 10% dei casi, si sviluppa uno stato epilettico (SE), definibile come una condizione caratterizzata da crisi subentranti per una durata maggiore a 30 minuti senza una ripresa del normale stato di coscienza tra una crisi e l’altra (Verrotti et al. Il Pediatra 2015; 5: 58-62). Un recente studio ha valutato eziologia, decorso clinico e risposta al trattamento in un gruppo 395 bambini (602 episodi di SE, età 0,2-18 anni). Sono stati rilevati 305 episodi di SE refrattario (cioè durata > a 60 minuti) e 43 di SE superrefrattario (cioè continuativo o ricorrente per 24 ore o più dopo l’inizio della terapia anestetica). Le forme più comuni sono risultate quelle idiopatiche/criptogenetiche o conseguenti a convulsioni febbrili, mentre la presenza di un’encefalopatia progressiva è stata più frequentemente rilevata nei casi di SE refrattario o superrefrattario. I farmaci più efficaci sono risultati midazolam (306/339, dose media 0,4 mg/kg), tiopental (47/57, dose media 4 mg/kg), fenobarbital (91/135, dose media 20 mg/kg). Il midazolam ha mostrato un’efficacia di oltre il 90% (21,9% come primo farmaco per os alla dose massima di 0,2 mg/kg, mentre nel 78,9% per via e.v. come farmaco di 3a scelta a un dosaggio di 0,2-1,2 mg/kg). Nel 5,1% dell’intero campione si è avuto un esito fatale, ma tale percentuale è risultata del 21,3% nei bambino con SE superefrattario. Gli autori concludono che lo SE non è raro anche nei minori, in particolare in quelli con una encefalopatia progressiva, ma che tale condizione presenta una buona risposta al trattamento con midazolam soprattutto quando utilizzato ad alte dosi.
Kravljanac R, et al. Eur J Paediatr Neurol 2015; 19: 584-90.