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Burlo Garofolo, training in telemedicina per l’uso del pancreas artificiale

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La Diabetologia dell’Irccs Materno-Infantile Burlo Garofolo di Trieste è il reparto che, durante il lockdown, ha fatto più ricorso alla telemedicina, tant’è che per circa il 75% le televisite effettuate dal personale della Clinica Pediatrica sono state visite diabetologiche. Abituati da anni a monitorare i pazienti a distanza grazie agli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia informatica, i professionisti della Diabetologia hanno utilizzato le proprie conoscenze per portare a compimento, primi nel nordest e fra i pochi in Italia, un training per l’uso del pancreas artificiale.

A beneficiare del percorso di avviamento è stata una paziente tredicenne affetta da diabete mellito di tipo 1 che aveva appena iniziato il training in presenza quando è scattato il lockdown.

Si tratta di un percorso, delicato e assolutamente necessario, che normalmente è sviluppato attraverso una serie di incontri con il paziente per portarlo a saper utilizzare in modalità automatica il microinfusore che eroga insulina in base alle glicemie rilevate da un sensore glicemico in continuo.

Realizzare il percorso di addestramento in modalità “a distanza” richiede tuttavia conoscenze specifiche e abitudine all’utilizzo della telemedicina, che i professionisti della Diabetologia del Burlo hanno sviluppato nel tempo e che hanno permesso loro anche di pubblicare su Diabetes Technology & Therapeutics il primo lavoro scientifico internazionale sul controllo glicemico in pazienti diabetici durante la pandemia.
Un lavoro nel quale hanno dimostrato che durante le restrizioni i ragazzi (adolescenti con pancreas artificiale) non sono andati peggio, ma hanno mantenuto il buon controllo e chi ha fatto attività fisica in casa ha addirittura migliorato il proprio controllo.

«Il completamento del primo training in telemedicina per l’utilizzo del pancreas artificiale, così come il primo lavoro scientifico internazionale sul controllo glicemico in pazienti diabetici durante la pandemia realizzati dai professionisti del Burlo», ha dichiarato il vicepresidente della Regione con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, «confermano una volta di più la qualità del sistema sanitario del Friuli Venezia-Giulia».

Soddisfazione per il traguardo raggiunto dall’équipe è stata espressa dal direttore generale dell’Irccs triestino, Stefano Dorbolò, che ha evidenziato: «il futuro della sanità dovrà concretizzarsi in nuovi processi di cura fondati sulle tecnologie telematiche e informatiche.
In particolare, poi, in un momento emergenziale come quello in corso, ricorrere alla telemedicina significa ottimizzare l’attività dei professionisti sanitari e salvaguardare i pazienti, limitando gli spostamenti ed evitando le possibili occasioni di contagio».

«Come équipe diabetologica pediatrica del Burlo Garofolo, insieme alla dottoressa Elena Faleschini e alla dietista Claudia Carletti», ha chiarito Gianluca Tornese, dirigente medico di Diabetologia, Endocrinologia e altre malattie del metabolismo della Clinica Pediatrica dell’Ircss, «siamo abituati da anni al telemonitoraggio dei nostri giovani pazienti, grazie alle tecnologie che ci permettono di valutare anche a distanza i dati dei pazienti con diabete di tipo 1.

Nei mesi di lockdown la telemedicina è stata quindi per noi la prosecuzione di un servizio già presente, oltre che l’unica possibilità di continuare a essere vicini ai nostri pazienti.
Quando è iniziato il lockdown una paziente aveva appena iniziato il training per utilizzare il pancreas artificiale. Insieme alla sua famiglia abbiamo deciso di cogliere questa sfida e proseguire a distanza il percorso. Siamo tutti molto contenti e soddisfatti degli ottimi risultati raggiunti, nonostante le avversità. Certamente le televisite non possono sostituire del tutto il contatto diretto con i pazienti, ma abbiamo imparato molte cose che ci saranno utili anche quando tutte le restrizioni saranno un ricordo lontano».