Una ricerca dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e dell’Università di Genova ha evidenziato nuove cellule staminali più efficienti nella produzione di natural killer

Produrre più rapidamente, grazie a cellule staminali super efficienti, le cellule natural killer (NK) per ostacolare virus e agenti patogeni in generale. La segnalazione della scoperta di questa “scorciatoia” del sistema immunitario arriva da uno studio, finanziato principalmente da AIRC, pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology da ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e dell’Università di Genova, con la collaborazione di altri Centri italiani.

La ricerca ha coinvolto bambini e adulti con HIV, epatite C e infezioni da citomegalovirus e ai ricercatori del Bambino Gesù e dell’Università di Genova si sono uniti quelli dell’Ospedale Pediatrico Istituto Gaslini, dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, dell’Università di Torino, dell’Ospedale Sanremo e dell’Ospedale Policlinico San Martino. Lo studio di campioni sui campioni di sangue ha permesso di identificare due nuovi tipi di cellule staminali: uno presenta tre proteine, CD34 che permette di identificare tutte le cellule staminali del sangue e DNAM-1 e CXCR4 che controllano l’attivazione e la migrazione delle cellule; l’altro è invece sprovvisto della proteina CD34 e questo rende difficile riconoscere queste cellule come staminali, ma grazie a una combinazione particolare di molecole sulla superficie può dare origine a cellule NK mature. Lo studio ha inoltre visto che molte NK originate dalle nuove staminali hanno il recettore NKG2C, che permette di riconoscere e bloccare la replicazione del citomegalovirus.

“Le cellule staminali identificate per la prima volta con la nostra ricerca sono state rintracciate in grandi quantità nel sangue di pazienti con infezioni virali. Rappresentano, quindi, una sorta di scorciatoia utilizzata dal sistema immunitario per generare rapidamente NK quando c’è bisogno di nuove armi contro i patogeni” hanno spiegato Lorenzo Moretta, responsabile dell’Area di Ricerca di Immunologia del Bambino Gesù, e Andrea De Maria, del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Genova. “Una volta isolate e coltivate in laboratorio, le nuove staminali si moltiplicano e, in circa 3 settimane, danno origine a cellule NK mature, dotate di una spiccata capacità di uccidere le cellule tumorali e pronte a combattere i virus, soprattutto il citomegalovirus”.

Prospettive terapeutiche

La scoperta apre dunque possibili strade sul versante terapeutico. Infatti, le NK hanno un ruolo importante nella difesa contro virus e tumori, ma data la loro vita breve hanno bisogno di un ricambio costante, realizzato dalle cellule staminali. Tuttavia, in alcune condizioni, come le infezioni virali e altre malattie infiammatorie, l’impiego e il possibile ‘esaurimento’ delle NK aumentano notevolmente, e possono volerci settimane prima di averne di mature, tempo non sempre adeguato rispetto alle necessità imposte dalle condizioni patologiche in atto. Ha spiegato quindi Lorenzo Moretta: “La scoperta di staminali così efficaci nelle difese contro i virus, ma anche molto efficaci contro i tumori, apre la strada alla definizione di strategie terapeutiche per sfruttarle al meglio. Immaginiamo, ad esempio, farmaci in grado di rafforzarle ulteriormente o in grado di indurne una estesa proliferazione direttamente nei pazienti o in laboratorio, seguita da infusione nei pazienti stessi».

Possibili ricerche su COVID-19

Quanto emerso dalla ricerca potrebbe avere infine collegamenti anche in relazione alla pandemia da SARS-CoV-2: “Indagini ancora del tutto preliminari hanno individuato numeri particolarmente elevati delle nuove cellule staminali anche in pazienti con COVID-19. Questi dati potrebbero offrire nuovi spunti per comprendere meglio la grave malattia innescata dal virus SARS-CoV-2 (ad esempio studiando le possibili correlazioni tra la frequenza delle nuove staminali e l’evoluzione del COVID-19) e per disegnare nuovi interventi terapeutici efficaci”, ha concluso Andrea De Maria.