Pubblicati i risultati di una ricerca realizzata dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con il Greehey Children’s Cancer Research Institute di San Antonio in Texas e con il National Cancer Institute di Bethesda nel Maryland

Il suo nome è SNAI2 ed è stata identificata come la proteina responsabile dello sviluppo e della progressione del rabdomiosarcoma. I risultati dello studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù insieme con il Greehey Children’s Cancer Research Institute di San Antonio in Texas e con il National Cancer Institute di Bethesda nel Maryland, sono stati pubblicati sulle pagine della rivista Nature Communications. La ricerca, che ha avuto il sostegno da Fondazione AIRC, dal Ministero della Salute e dalla Fondazione Veronesi, ha analizzato le linee cellulari di rabdomiosarcoma e i campioni di pazienti pediatrici diagnosticati presso il Bambino Gesù.

L’azione di SNAI2

La presenza della proteina SNAI2 comporterebbe il mancato differenziamento delle cellule per la formazione del tessuto muscoloscheletrico, favorendo così la degenerazione con insorgenza del tumore maligno. Questa proteina era già nota per altri tumori, per la sua azione di ostacolo al differenziamento cellulare e di sostegno al mantenimento nello stato proliferativo delle cellule staminali, con capacità di migrazione e invasione, ma non ancora nel caso del rabdomiosarcoma. Il gruppo di ricerca ha visto che SNAI2 è maggiormente presente nei campioni di tessuto di rabdomiosarcoma rispetto al tessuto sano o di altri tipi di tumori, che nel caso del rabdomiosarcoma embrionale la sopravvivenza delle cellule è strettamente legata a questa proteina e che SNAI2 blocca la produzione delle proteine muscolari, legandosi alle regioni dei geni del differenziamento (riconosciute da MYOD nei rabdomioblasti normali, con cui entra in competizione).

I prossimi passi

“Lo studio dei meccanismi che regolano il processo di trascrizione del DNA, frequentemente alterati nelle cellule tumorali, è indispensabile per conoscere a fondo il tumore e sviluppare nuovi approcci per sconfiggerlo”, ha spiegato Rossella Rota, biologa dell’unità di ricerca di genetica ed epigenetica dei tumori rari dell’Ospedale e coordinatrice dello studio, di cui la ricercatrice Silvia Pomella è la prima firma. Nuovi approcci volti a bloccare SNAI2: la ricerca ha dimostrato in modelli in vitro e animali che l’eliminazione genetica di questa proteina nelle cellule di rabdomiosarcoma embrionale ripristina il differenziamento delle cellule e riduce la proliferazione incontrollata. Non solo. La riduzione delle quantità di SNAI2 permetterebbe un miglioramento alla terapia farmacologica del tumore.