Nel nuovo Rapporto “L’uso dei Farmaci in Italia” (AIFA, luglio 2021) si afferma giustamente che l’assistenza farmaceutica costituisce una parte rilevante dell’assistenza sanitaria, anche per il suo peso economico (oltre 30 miliardi di euro/anno). Un’analisi di questo settore è, quindi, in grado di fornire importanti informazioni come cause di prescrizione, andamento dei consumi, adeguatezza prescrittiva, comportamenti tra le varie regioni.

Dal Rapporto emerge che oltre 1/3 (35,7%) della popolazione 0-18 anni ha ricevuto almeno una prescrizione nel 2020. Rispetto all’anno precedente si è avuto un decremento della spesa pro capite (-24,9%) con una considerevole riduzione delle prescrizioni (-32,7%). Permane una maggiore prevalenza di prescrizioni nell’età prescolare (1-5 anni) (46,4%) con una progressiva diminuzione con l’aumentare dell’età, a conferma della maggiore morbilità “infettivologica” nei primi anni di vita. Gli antimicrobici per uso sistemico rimangono, infatti, i farmaci a maggior consumo nei bambini (37,2% del totale), seguiti da quelli dell’apparato respiratorio (24,9%). Entrambe le categorie hanno mostrato una riduzione rispetto all’anno precedente (rispettivamente -46,4% e -31,0%), verosimilmente per effetto dei mutati comportamenti (riduzione dei contatti sociali, uso di mascherina, etc.) legati alla pandemia da COVID-19. Persiste una forte variabilità regionale, con un valore massimo in Abruzzo (46%) e uno minimo nella provincia autonoma di Bolzano (26%). Nella vicina provincia di Trento si è comunque registrato un 39%, suggerendo che abitudini prescrittive locali incidano sul consumo di farmaci nei minori più che difformità legate a differenze epidemiologiche tra le macro-aree del Paese.
Alcuni aspetti meritano di essere sottolineati. L’associazione amoxicillina/acido clavulanico continua a risultare il farmaco più prescritto nella popolazione pediatrica (183/1000 minori), mentre l’amoxicillina, antibiotico di prima scelta secondo le linee guida per il trattamento delle più comuni infezioni, si colloca al secondo posto, ma con un numero di prescrizioni nettamente inferiore (72,1/1000 minori), indicando di favorire il raggiungimento di una più razionale prescrizione delle terapie antimicrobiche anche per ridurre il preoccupante fenomeno dell’antibiotico-resistenza.

Tra i farmaci più utilizzati si collocano al terzo posto quelli del sistema nervoso centrale (136,2 prescrizioni/1.000 bambini) con un incremento del 4,2%. In questa categoria, la sostanza con il maggior aumento (+24,1%) rispetto all’anno precedente è risultata l’aripiprazolo, che è indicato per la terapia della schizofrenia a partire dai 15 anni di età e del disturbo bipolare a partire dai 13 anni di età. Nel loro insieme questi dati confermano la necessità di offrire una sempre maggiore attenzione alle patologie del neuro-sviluppo e al loro trattamento. Nei primi 30 princìpi attivi a maggior consumo vi sono diversi farmaci ormonali (come somatotropina, levotiroxina, insuline) a testimonianza che la patologia endocrino-metabolica si sta imponendo nell’ambito dei disturbi cronici di bambini e adolescenti. Infine, merita menzione la disparità di genere nelle prescrizioni farmacologiche, che suggerisce una maggiore fragilità del sesso maschile: per tutti i principali composti si è avuto un consumo più elevato nei maschi rispetto alle femmine, ad eccezione di levotiroxina, colecalciferolo, levetiracetam e mebendazolo.

Nel complesso, il nuovo rapporto AIFA rappresenta un poderoso documento che – oltre a fornire spunti di riflessione per la pratica quotidiana di tutti i medici – mette in evidenza molteplici aspetti meritori di approfondimento culturale e formativo in diversi settori generali e specialistici, che si dovranno tenere in considerazione anche nella programmazione futura de Il Pediatra.