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Disponibili validati nella versione italiana l’intervista Child Eating Disorder Examination e il relativo questionario self-report
L’intervista Child Eating Disorder Examination (ChEDE) e il relativo questionario self-report (ChEDE-Q) sono ora disponibili nella versione italiana. Si tratta di due strumenti per la valutazione dei disturbi dell’alimentazione in età evolutiva: permettono una valutazione dettagliata di pensieri, emozioni e comportamenti legati all’alimentazione, al peso e all’immagine corporea.
La validazione italiana di questi due strumenti è stata effettuata con il coinvolgimento di 147 bambini e adolescenti, reclutati in ambito clinico e non. Lo studio multicentrico è stato pubblicato sulla rivista Eating and Weight Disorders. Il gruppo di lavoro è stato coordinato dall’AOU Meyer IRCCS Firenze, con la partecipazione della Psichiatria dell’AOU Careggi, del Dipartimento di Scienze della salute dell’Università di Firenze, dell’Unità Funzionale Complessa per i Disturbi Alimentari di Firenze e UFSMIA Prato dell’Azienda USL Toscana Centro, della Struttura Complessa di Epidemiologia dei Fattori di Rischio e degli Stili di Vita dell’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica della Toscana (ISPRO) e del Dipartimento Disturbi Alimentari e del Peso, Casa di Cura Villa Garda di Verona.
“A quasi 25 anni dall’introduzione di questo test in Gran Bretagna abbiamo degli strumenti mirati e affidabili per la diagnosi dei disturbi alimentari nei bambini più piccoli”, ha detto Tiziana Pisano, responsabile della Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’AOU Meyer IRCCS. “Si tratta di un’arma preziosa per affrontare in modo tempestivo questi disturbi che purtroppo esordiscono in età sempre più precoce tanto da coinvolgere non più solo gli adolescenti, ma anche i bambini di dieci anni”.
Stefano Lucarelli, direttore dell’Unità Funzionale Complessa per i Disturbi dell’Alimentazione dell’Azienda USL Toscana Centro, ha commentato: “Il test, oltre a permettere una diagnosi precoce dei comportamenti alimentari e dei pattern relazionali disfunzionali facilita una mirata comprensione del funzionamento individuale e familiare. Ciò favorisce l’attuazione di interventi terapeutici personalizzati e flessibili che per pazienti in questa fascia di età risultano particolarmente efficaci”.