L’UNICEF lancia un appello sull’intervento umanitario, segnalando deficit di finanziamento e necessità di investimenti urgenti

Sono più di 200 milioni i bambini che nel 2026 avranno bisogno di assistenza umanitaria, ma a fronte di questo un deficit di finanziamento del 72% nei programmi nutrizionali nell’anno che sta per chiudersi ha comportato tagli in 20 paesi prioritari, con una riduzione degli obiettivi previsti da oltre 42 milioni a oltre 27 milioni di donne e bambini. I numeri sono riportati dall’UNICEF, che con un appello (Humanitarian Action for Children 2026-HAC) chiede investimenti urgenti in servizi salvavita per i bambini, riportando come, con il moltiplicarsi dei conflitti, l’aumento della fame, i tagli ai finanziamenti globali e il collasso dei servizi di base, le esigenze umanitarie raggiungono livelli estremi in tutto il mondo.

Nel 2026 sono necessari con urgenza, prosegue l’UNICEF, 7,66 miliardi di dollari per fornire assistenza salvavita a 73 milioni di bambini, cifra che comprende 37 milioni di bambine e oltre 9 milioni di bambini con disabilità, in 133 Paesi e territori.

Dice Catherine Russell, Direttrice generale dell’UNICEF: “In tutto il mondo, i bambini coinvolti in conflitti, disastri, sfollamenti e turbolenze economiche continuano ad affrontare sfide straordinarie. Le loro vite sono plasmate da forze che vanno ben oltre il loro controllo: violenza, minaccia di carestia, intensificazione degli shock climatici e collasso diffuso dei servizi essenziali”.

L’UNICEF riporta inoltre, fra i vari aspetti, che nel prossimo anno è previsto che saranno 20 milioni i bambini con necessità di assistenza nutrizionale di emergenza, per l’aumento dell’insicurezza alimentare e del rischio di carestia e il persistere di conflitti, shock climatici ed economici e i tagli ai finanziamenti; in diversi Paesi milioni di bambini sono già a rischio immediato di carestia. Inoltre, sono senza precedenti i livelli di violazioni gravi contro i bambini: 41.370 violazioni nel 2024, una cifra che è più del doppio della media degli ultimi 20 anni. E senza investimenti, circa 360.000 bambini sopravvissuti ad abusi sessuali e chi se ne prende cura non potranno beneficiare del supporto necessario.

“La grave carenza di fondi sta mettendo a dura prova i programmi salvavita dell’UNICEF. In tutte le nostre operazioni, i team in prima linea sono costretti a prendere decisioni impossibili: concentrare le scorte e i servizi limitati sui bambini di alcune zone piuttosto che di altre, ridurre la frequenza dei servizi che i bambini ricevono o ridimensionare gli interventi da cui dipende la sopravvivenza dei bambini”, continua Catherine Russell, e conclude: “L’attuale crisi globale dei finanziamenti non riflette un calo dei bisogni umanitari, ma piuttosto un crescente divario tra l’entità delle sofferenze e le risorse disponibili. Mentre l’UNICEF sta lavorando per adattarsi a questa nuova realtà, i bambini stanno già pagando il prezzo della riduzione dei budget umanitari”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here