Ipertensione in aumento tra bambini e adolescenti

All’incirca 114 milioni. Sono i numeri di giovanissimi, di età inferiore a 19 anni, che nel mondo soffrono di ipertensione, una quota quasi raddoppiata in un ventennio, passando da una prevalenza del 3,2% nel 2000 al 6,2% nel 2020.

È quanto rileva una metanalisi di ricercatori della Zhejiang University School of Medicine, in Cina e del The Usher Institute dell’University of Edinburgh, Regno Unito, pubblicata sulla rivista The Lancet Child & Adolescent Health. Lo studio identifica anche le possibili cause dell’aumento dell’ipertensione in età pediatrica, imputabile in maggior misura all’obesità, e le strategie di prevenzione, tra cui screening e sensibilizzazione.

L’approccio analitico

La metanalisi si è basata su una selezione di 96 studi, sugli oltre 11mila inizialmente considerati, estratti da database, quali PubMed, Embase e MEDLINE pubblicati tra il 1° gennaio 2000 e il 19 aprile 2025, che ha coinvolto un totale di oltre 443mila bambini di 21 paesi.

Obiettivo dello studio era definire la prevalenza dell’ipertensione in età pediatrica – dato allo stato attuale contraddittorio o non chiaro – in bambini e adolescenti di età pari o inferiore a 19 anni, sulla base delle misurazioni della pressione sanguigna rilevate sia in studio sia in valutazioni combinate in studio e fuori sede.

È stato così possibile osservare che la modalità di rilevazione della pressione può influenzare la stima della prevalenza dell’ipertensione; tale condizione risulta, infatti, pari a circa il 4,3% quando viene rilevata da un operatore sanitario e confermata in almeno 3 visite successive, ma si eleva sensibilmente, a circa il 6,7%, nel caso in cui si considerino diverse valutazioni/rilevazioni della pressione arteriosa, come il monitoraggio arterioso ambulatoriale o domiciliare.

Inoltre, l’analisi ha valutato anche diagnosi e possibili fattori interferenti, potenzialmente incidenti o confondenti la “pura” ipertensione. Tra queste quella che viene definita, ad esempio, ipertensione mascherata, cioè una pressione alta non viene rilevata durante i controlli di routine, che interesserebbe circa il 9,2% dei bambini e adolescenti a livello globale.

Numeri importanti che fanno ipotizzare una possibile, potenziale sottodiagnosi, o l’ipertensione da camice bianco, in cui la pressione si eleva in un ambiente medico, restando invece in range in ambienti neutri, come la casa, rilevata nel 5,2% dei casi.

Percentuale, quest’ultima, che indica potenzialmente la possibilità che circa metà dei bambini potrebbero essere dei “falsi” ipertesi, definiti tali sulla base di un dato condizionato anche da una componente emotiva. Infine, un ulteriore 8,2% di bambini e adolescenti risulterebbe pre-iperteso, mostrando valori di pressione arteriosa superiori alla norma, ma non ancora patologici, tipici cioè di una ipertensione conclamata.

La pre-ipertensione sarebbe prevalente soprattutto negli adolescenti/giovani rispetto ai bambini più piccoli, con percentuali rispettivamente dell’11,8% e del 7%, con livelli di pressione arteriosa che tenderebbero ad aumentare specie nella prima adolescenza, raggiungendo il picco massimo intorno ai 14 anni, soprattutto tra i ragazzi.

Le cause

L’analisi ha anche valutato le possibili cause dell’ipertensione, identificando nell’obesità un fattore altamente incidente: 19% circa di bambini e adolescenti in sovrappeso/obesi mostravano, infatti, una condizione ipertensiva rispetto a ≤3% di coloro normopeso. In buona sostanza, gli adolescenti con obesità sarebbero esposti a un rischio quasi 8 volte superiore di sviluppare ipertensione, proprio per le implicazioni correlate all’obesità stessa, fra cui resistenza all’insulina e alterazioni dei vasi sanguigni, tali da rendere più difficile il controllo/mantenimento della pressione sanguigna entro un range di normalità.

Sinergie e strategie

Da ultimo, gli autori suggeriscono anche alcune azioni per controllare il fenomeno, come concentrare l’impegno nello screening e nella prevenzione, al fine di intercettare bambini a rischio e/o predisposti, come i pre-ipertensione maggiormente esposti a ipertensione conclamata, o in età critiche, come i “teens”, e prevenire implicazioni con la crescita e in età adulta.

Lo studio, tuttavia, presenta alcuni limiti tra cui la variabilità dei dati legata ai diversi metodi di misurazione o da studi effettuati in Paesi a basso e medio reddito, che potrebbero avere influenzato le stime complessive a livello globale; pertanto, l’invito oltre a sviluppare nuovi studi è di integrare l’ipertensione infantile in strategie più ampie di prevenzione delle malattie non trasmissibili, riconoscendo che il rischio cardiovascolare può iniziare fin dall’infanzia.

Fonte

Zhou J, Shan S, Wu J et al. Global prevalence of hypertension among children and adolescents aged 19 years or younger: an updated systematic review and meta-analysis. The Lancet Child & Adolescent Health, 2025, 2:S2352-4642(25)00281-0. Doi: 10.1016/S2352-4642(25)00281-0.

 

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