Gemelli, al via un progetto di ricerca europeo

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I gemelli neonati in 10 Paesi europei saranno i protagonisti di un progetto di ricerca finalizzato alla valutazione del ruolo svolto dalle esposizioni ambientali e dalla variabilità epigenetica, dal concepimento in poi, nella patogenesi di molte malattie.

Il progetto HEALS (Health and Environment-wide Associationsbased on Large population Surveys), di cui sono partner italiani l’Istituto superiore di sanità (ISS) e il Cnr, sarà coordinato dalla professoressa Isabella Annesi-Maesano dell’Università Pierre et Marie Curie e dell’INSERM francesi, e vedrà la partecipazione di più dipartimenti dell’ISS, coordinati dalla dottoressa Gemma Calamandrei.  Scopo è l’avanzamento nelle conoscenze scientifiche di malattie comuni come l’asma e le allergie, il sovrappeso, il diabete e i problemi inerenti al neurosviluppo, malattie complesse nella cui complessa patogenesi i fattori ambientali interagiscono con fattori di tipo genetico.

Gli studi su popolazioni gemellari sono stati fondamentali nella ricerca biomedica, avendo quantificato il contributo relativo della genetica e dell’ambiente all’insorgenza di tantissime patologie e fornito stime della loro “ereditabilità”. Infatti i gemelli sono un modello naturale utile per capire le relazioni ambiente-salute, poiché i monozigoti costituiscono uno stesso terreno genetico, ma subiscono effetti ambientali diversi. Nell’era dell’epigenetica, il ruolo degli studi gemellari assume un risalto ancora maggiore e, in particolare, l’osservazione longitudinale di gemelli fin dalla nascita diventa un potente strumento di ricerca in sanità pubblica.

In Italia il Registro Nazionale Gemelli dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) conta attualmente 25mila gemelli iscritti, di cui circa 3.500 sono bambini al di sotto dei 12 anni. Nel nostro Paese i parti plurimi rappresentano l’1,6% del totale (8.550 nel 2010); negli ultimi venti anni si è registrato un aumento del tasso di gemellarità di circa 25%.