L’inglese è la lingua più usata in campo scientifico e nella comunicazione tra medici in campo internazionale, ma non solo, l’aumento della presenza di stranieri nel nostro Paese rende sempre più indispensabile la sua conoscenza specifica per quanto riguarda le tematiche di interesse pediatrico. «L’inglese è utilizzato nelle riviste scientifiche più accreditate, nei migliori siti internet in campo medico sanitario ed è indispensabile conoscere la terminologia inglese corretta per una ricerca di argomenti o informazioni» afferma Marina Picca, pediatra a Milano, presidente Società italiana delle cure primarie pediatriche (SICuPP) e coordinatrice del corso insieme a Stefano del Torso, pediatra a Padova, vice presidente European Academy of Paediatrics (EAP), delegato ai Rapporti internazionali FIMP e SICuPP.
«Oltre all’aspetto scientifico e di aggiornamento ‒ sottolinea del Torso ‒ nella società di oggi è indispensabile avere la capacità di colloquiare in inglese, considerato l’aumento di pazienti extracomunitari nei nostri ambulatori che spesso parlano l’inglese soprattutto se provenienti dai paesi dell’Est europeo, da alcuni paesi africani e asiatici». E continua: «Per uno straniero è certamente rassicurante trovare un interlocutore, che sia capace di capire e interagire in una lingua a lui comprensibile e per il medico diventa essenziale poter avere e dare informazioni per una adeguata assistenza pediatrica.» Questo diventa ancora più importante quando a parlare è un pediatra di famiglia e ad ascoltare una famiglia con bambini piccoli, quindi alle prese con problematiche nuove e delicate. Per questo, continua del Torso: «Tutti i pediatri sia di famiglia sia ospedalieri dovrebbero conoscere le espressioni più comuni della lingua inglese: per capire una sintomatologia riferita e discutere eventuali esami o terapie, per accertarsi che l’eventuale proposta del percorso diagnostico terapeutico e per assicurarsi che le diverse indicazioni di tipo sanitario siano state comprese. Sarebbe importante che anche gli assistenti di studio, infermieri o personale di segreteria avessero alcune nozioni di inglese e conoscessero alcune terminologie comuni per poter comunicare e comprendere le richieste dei pazienti».
I contenuti e le modalità di svolgimento del corso “English in Pediatrics” si adattano ai pediatri, soprattutto territoriali, ma anche al personale che collabora nell’attività di studio che abbiano una conoscenza “scolastica” della lingua inglese. Il corso fornisce 25 crediti formativi ed è costituito da 10 moduli, ciascuno dedicato a una singola tematica. I moduli sono stati sviluppati, per la parte linguistica, da Manuela Cohen, esperta in glottodidattica, docente universitaria, consulente didattica e linguistica presso DeAgostini Editore e Graziella Perin, laureata in lingue e letterature straniere con una decennale esperienza nell’ambito dell’editoria specializzata in formazione linguistica. Ogni modulo è suddiviso in 9 sezioni: la presentazione dell’argomento principale tramite immagini e quesiti molto semplici, in modo da focalizzare l’attenzione su una situazione particolare; l’acquisizione di termini chiave specifici per l’attività lavorativa quotidiana: a ogni vocabolo corrisponde un’immagine a cui è stato associato l’audio con la pronuncia della parola; la lettura e la comprensione, con esercizi specifici; la grammatica relativa al testo; dialoghi situazionali, con l’utilizzo di registrazioni audio per il role-playing; esercizi su strutture linguistiche utili a comunicare in lingua inglese; l’uso di documenti reali: pagine pubblicitarie, brochure, documenti e foglietti informativi, modulistica, corredati da spiegazioni ed esercizi di approfondimento; ascolto, comprensione e pronuncia.
Il corso prevede diverse tipologie di materiale didattico: testi, immagini, audio, video e animazioni, vocabolario e frasario, regole grammaticali. È possibile consultare il materiale in ogni momento della giornata.
«Obiettivo del corso ‒ spiega del Torso ‒ è quello di contribuire a migliorare la capacità di dialogo dei pediatri in lingua inglese. Quindi l’attenzione maggiore, più che all’approfondimento scientifico dei diversi moduli, è stata prestata alla creazione dei testi dei dialoghi al fine di arricchire il vocabolario necessario per affrontare le varie situazioni ambulatoriali. Quello che si propone il corso è migliorare la comunicazione in lingua inglese con i pazienti e le famiglie straniere». «I contenuti delle lezioni ‒ continua Marina Picca ‒ sono pensati in modo che, alla fine del corso, si siano acquisiti i vocaboli tecnici specifici per essere in grado di dialogare con i pazienti in lingua inglese; comprendere le principali sintomatologie e problemi; dare indicazioni e consigli; raccogliere anamnesi e informazioni sulla salute del paziente; formulare una diagnosi comprensibile al paziente; illustrare il piano di diagnosi, di cura e di trattamento». Continua la coordinatrice: «Gli argomenti trattati nei diversi moduli, ovvero patologie pediatriche e interventi di prevenzione, sono stati scelti in base agli aspetti di più frequente riscontro nell’attività professionale del pediatra».
Nel primo modulo vengono descritti i vari aspetti dell’organizzazione ambulatoriale: dove si trova l’ambulatorio, come contattare il medico, come gestire gli appuntamenti; poi il colloquio telefonico, lo svolgimento di una visita medica, i certificati. Il secondo modulo affronta le patologie infiammatorie delle vie aeree: problematiche delle vie respiratorie, cause, rimedi e prescrizione di medicinali specifici per esempio in caso di tosse, raffreddore e difficoltà respiratorie. Il terzo modulo è dedicato al dolore e stati infiammatori, concentrandosi sui problemi legati al mal di testa, mal di gola e infiammazioni dell’apparato uditivo.
I problemi gastrointestinali sono l’argomento del quarto modulo: nausea, vomito, diarrea e costipazione. Si affronta anche il tema dell’intolleranza alimentare e i sintomi e la cura dell’acetone. Alle allergie è invece dedicato il modulo successivo: affronta cause, sintomi e rimedi delle allergie stagionali, la congiuntivite e problemi di asma nel caso di febbre da fieno e in situazioni di sforzo.
Nel sesto e nel settimo si parla di problemi della pelle e del cuoio capelluto: dermatite atopica, le punture di insetto e l’orticaria; poi di pidocchi, dell’impetigine e delle diverse tipologie di verruche. Il successivo modulo affronta il tema del trattamento di traumi, ferite, epistassi e scottature di varia natura. Vi è poi un modulo dedicato ai lattanti: sull’allattamento al seno o artificiale; coliche; svezzamento. Infine, l’ultimo modulo si concentra sulla prevenzione delle malattie nel lattante e nei bambini piccoli focalizzando l’attenzione sulle vaccinazioni obbligatorie e su quelle consigliate, sulle diverse tipologie di certificati e sulla cura delle malattie esantematiche.