Troppe imprecisioni nelle terapie farmacologiche pediatriche

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008621Nella fascia di età pediatrica, l’errata somministrazione di farmaci rappresenta un’importante causa prevenibile di morbilità e mortalità e costituisce un costo economico per tutta la società. La necessità di arricchire le conoscenze sull’impiego corretto dei medicinali nei bambini emerge anche dalle conclusioni da uno studio recente, pubblicato dalla rivista American Academy of Pediatrics, in cui è stata svolta un’analisi epidemiologica del fenomeno. I ricercatori del Nationwide Children’s Hospital di Columbus in Ohio, autori dello studio, hanno valutato retrospettivamente i dati raccolti dal National Poison Data System (NPDS) nel periodo compreso tra il 2002 e il 2012 scoprendo che, negli Stati Uniti, si verificano ogni anno in media 63 mila errori nella somministrazione di farmaci sotto i 6 anni di età, più o meno uno ogni 8 minuti. Circa un quarto dei casi interessa i più piccoli, sotto l’anno di età. I medicinali implicati sono soprattutto quelli in forma liquida ad azione antidolorifica, per il raffreddore, contro la tosse, antistaminici e antibiotici. Nello 0,7 per cento dei casi gli eventi avversi conseguenti all’errore sono stati seri, con 348 esiti gravi e 25 decessi. Lo sbaglio più frequente è stato dare due volte al bambino lo stesso farmaco, fare confusione rispetto alle unità di misura o scambiare una medicina per un’altra. Diversi lavori hanno esaminato le motivazioni di questi comportamenti che vanno dallo stato di salute all’alfabetizzazione dei genitori, ai dispositivi di somministrazione, dall’etichettatura all’imballaggio. Per ridurre al minimo i rischi di errore sulle modalità di somministrazione è importante sostenere iniziative, sul modello della campagna di comunicazione promossa dell’Agenzia italiana del farmaco, che puntano a diffondere informazioni su questo tema e incentivare l’impiego di formulazioni monodose.