Quindici volte inferiore a quella riportata come media mondiale. Questo il dato di prevalenza di ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) in Lombardia, sulla base dei dati raccolti dal Registro dell’ADHD della Regione: 3,5 per mille, a fronte di quando riportato dalla letteratura mondiale pari a un 5,3 per cento della popolazione tra i 5 e i 17 anni con questa patologia. In Lombardia il Registro è nato nel 2011 per garantire una valutazione e terapia dell’ADHD, stimarne la prevalenza, definirne i percorsi diagnostico-terapeutici condivisi, intensificare la formazione e l’aggiornamento degli operatori sanitari e informare i cittadini. «La forza e unicità di questo studio sono rappresentate dalle dimensioni: tutta la popolazione di un’intera Regione coinvolta; dalla metodologia applicata: Registro, formazione, informazione; dalla durata nel tempo: il Progetto è ancora attivo» spiega Maurizio Bonati, responsabile del Dipartimento di salute pubblica dell’IRCCS Mario Negri di Milano e responsabile del Registro regionale. Lo studio ha fatto vedere che il sospetto di ADHD viene confermato nel 65 per cento dei bambini e adolescenti che accedono ai Centri regionali di riferimento, pari a circa 400 nuovi casi l’anno; solo il 15% ha avuto un trattamento farmacologico, quasi tutti uno psicologico. «Gli utenti che giungono ai 18 Centri regionali di riferimento sono solo quei pazienti che hanno un disturbo medio-grave, con maggiore comorbilità, mentre i casi lievi e che non necessitano di trattamento psicofarmacologico sono gestiti direttamente dalle altre 14 UONPIA regionali» dice Antonella Costantino, presidente della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (SINPIA) e responsabile della UONPIA della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale maggiore Policlinico di Milano. «Tuttavia anche stimando di triplicare la prevalenza per includere anche i casi lievi, i pazienti con ADHD in Regione Lombardia sarebbero comunque molto pochi rispetto all’atteso».