Scuole di specialità verso il cambiamento tanto atteso, dopo la firma di concerto da parte del Ministero della Salute e del MIUR sul decreto inerente il loro riordino. Un decreto che comporta una riduzione del numero di scuole e in molti casi della loro durata. Spiega Davide Vecchio, presidente dell’Osservatorio nazionale specializzandi pediatria (ONSP): «L’attuale decreto sostituisce il precedente del 2005 ed è valido sia per le scuole destinate a medici sia per quelle ad accesso esclusivo per i “non medici”, a partire dall’anno accademico 2014/2015. Restano da normare quelle ad accesso misto. Il numero totale delle scuole passa da 57 a 50 e vi sarà una riduzione della durata di buona parte delle stesse; i risparmi ottenuti potranno essere utilizzati per finanziare nuovi ulteriori contratti per i futuri concorsi». Per la specializzazione in pediatria, il percorso di studio continua a prevedere una durata di cinque anni. Afferma in merito Vecchio: «Gli specialisti in pediatria arriveranno a possedere un bagaglio di saperi, ottenuto nell’ambito di un percorso formativo unitario costituito da due componenti, una comune (curriculum pediatrico di base), della durata di tre anni, propedeutica a una successiva (curriculum della formazione specifica e percorsi elettivi), di due anni, finalizzata ad acquisire la maturità professionale, consolidando competenze già in essere e ad acquisirne di nuove in relazione a percorsi professionalizzanti e specifici per gli ambiti delle cure primarie, delle cure secondarie e delle specialità pediatriche, che verranno attivati nelle Scuole».
L’ONSP esprime un parere positivo nei confronti del decreto, con una formazione del pediatra suddivisa nel triennio di base e biennio specialistico sul modello europeo. Ma prima della realizzazione di tutto questo vi sono ancora passi da compiere: «Per l’applicazione della norma e l’attivazione delle scuole col nuovo ordinamento sarà necessario emanare un ulteriore decreto per aggiornare l’attuale DM in materia di standard e requisiti delle scuole di specializzazione di area sanitaria» conclude Vecchio. «Questi poi dovranno essere sottoposti a ratifica da parte dell’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, che a oggi non è stato ancora riattivato. Peraltro, a nostro avviso, bisognerà che gli organi collegiali preposti diano chiare direttive sulla normativa che regola i rapporti delle Università con la Rete formativa del Sistema sanitario rispettando elevati standard qualitativi».