Duecentotrenta milioni di bambini e adolescenti coinvolti nei conflitti. Conflitti in cui negli ultimi trent’anni la metà delle vittime è rappresentata da bambini o adolescenti, gli orfani o separati da genitori sono 2 milioni e i disabili gravi 5-6 milioni. Ad alzare la voce in difesa dell’infanzia e adolescenza è la Società italiana di pediatria (SIP), che ne ha parlato in Assemblea durante il 71° Congresso italiano di pediatria e ha indirizzato un appello al mondo politico italiano, al presidente della Commissione europea e al Segretario generale dell’ONU. La SIP sottolinea come il coinvolgimento dei civili non appaia più come un danno collaterale, ma “una strategia pianificata in una logica militare volta a colpire il nemico nel suo punto più vulnerabile e cruciale, i figli”, ricordando i reclutamenti degli adolescenti per la guerra, i sequestri, stupri e schiavitù delle ragazze, gli assalti alle scuole e agli insegnanti. “Il fenomeno della violenza sui bambini e adolescenti ha perciò assunto connotazioni di una vera e propria ‘strage degli innocenti’, che interpella la responsabilità di chi può e deve operare perché tutto ciò finisca e la coscienza di tutti”, affermano i pediatri della SIP, che chiedono alle diverse autorità politiche cui è indirizzato l’appello di difendere la vita e la salute dei bambini nelle zone di guerra, agli Stati europei e alla Commissione della Comunità europea perché intervengano con sforzi diplomatici e di aiuto cooperativo, alla comunità internazionale perché isoli e condanni le nazioni o fazioni che sfruttano o seviziano bambini e adolescenti.