Emozioni anomale

702072.TIFRoma: due giovani adulti nel corso di un episodio di abuso di alcol e cocaina hanno torturato e ucciso un loro coetaneo, dichiarando in seguito di averlo fatto per provare quali emozioni suscita la sofferenza e la morte di un uomo. È ovvio che sarà compito degli organi investigativi e della magistratura fare piena luce sulla vicenda e stabilire le responsabilità individuali. La stampa ha sottolineato, anche in base al parere di psichiatri, che l’abuso di droghe può fungere da detonatore per comportamenti di questo tipo, ma alla base vi sono spesso problemi psichici non precedentemente individuati, come un disturbo borderline di personalità (Corriere della Sera, marzo 2016). Anche questa ipotesi andrà accertata, ma se risultasse vera ripropone all’attenzione di tutti noi pediatri, il problema dell’individuazione precoce della patologia psichiatrica. “È infatti importante ricordare, che più del 50% dei disturbi psichiatrici dell’adulto ha un esordio o comunque una causa determinante in età evolutiva e che per la maggior parte di essi un tempestivo intervento terapeutico/riabilitativo potrebbe cambiare positivamente la storia naturale di queste malattie” (G. Cioni, 2016).

Qualche anno fa uno studio epidemiologico statunitense su oltre 10.000 adolescenti ha dimostrato una prevalenza di disturbi mentali di oltre il 40% a un anno e di circa il 23% a trenta giorni dal momento di esecuzione dell’indagine (Kessler et al, Arch Gen Psychiatry 2012; 69: 372). Un recente lavoro ha confermato un’importante prevalenza della patologia psichiatrica anche tra gli adolescenti dei paesi in via sviluppo; abuso di sostanze, disordini dell’umore e del comportamento, ansia e disturbi del comportamento alimentare sono risultate le patologie più frequenti (Benjet et al., Eur J Chil Adol Psychiatry 2016; 25: 163). Vari rapporti sia nazionali che regionali dimostrano che la salute mentale in adolescenza è una drammatica realtà anche nel nostro Paese. Ad esempio, i ricoveri in regime di degenza ordinaria per disturbi neurologici e psichiatrici dell’età evolutiva riguardano circa il 13% degli utenti dei servizi neuropsichiatria infantile e sono distribuiti soprattutto nella fascia di età 0-3 anni (interventi diagnostici di tipo prevalentemente neurologico) e nella fascia di età 14-18 anni (interventi di diagnosi e presa in carico per disturbi psichiatrici gravi) (Ministero della Salute, 2015). Non sappiamo se questi adolescenti andranno incontro a una cronicizzazione del problema e diventeranno adulti con disturbi psichiatrici (Pediatria di comunità Cesena, Quaderni ACP, 2013). Tuttavia, permangono carenze assistenziali con forti difficoltà di prevenzione, diagnosi precoce e “management”, sia in ospedale che sul territorio. Il quadro assistenziale è infatti caratterizzato da estrema variabilità sia inter-regionale che intra-regionale di accesso, risorse, diagnosi e dall’assenza di un sistema di monitoraggio complessivo della salute mentale in età evolutiva (8° Rapporto CRC, 2015). Vi è inoltre una estrema disomogeneità tra le diverse Regioni nell’organizzazione dei servizi e nella presenza al loro interno di tutte le figure professionali (mediche e non mediche) necessarie per garantire interventi appropriati e tempestivi.

Si devono, pertanto, acquisire o rafforzare “nuove competenze” anche nei pediatri almeno per favorire una più precoce individuazione dei ragazzi a rischio con strumenti adeguati a valutare non solo la salute fisica nei bilanci di salute. A livello di società dovremmo inoltre essere proattivi per proporre modelli e valori di riferimento meno favorenti il disagio giovanile e lo sviluppo di “extreme emotion seeking phenotype”, che potrebbe anche derivare da un’esposizione troppo precoce di “cervelli in fase di crescita” a stili di vita o esempi/giochi mediatici troppo violenti (GR Burgio et al. Una pediatria per la società che cambia, 2007) con potenziali ripercussioni negative sulla salute mentale non solo dei minori, ma in prospettiva anche in età adulta.

Silvano Bertelloni