Più di sei milioni di persone in Italia con problemi alla tiroide. La prevenzione e trattamento di patologie di questa ghiandola dovrebbero iniziare da piccoli e per il triennio 2016-2019 è stato approvato il progetto per promuovere la salute della tiroide a livello scolastico, “Iodoprofilassi nelle scuole”, promosso dall’Istituto Superiore della Sanità, società scientifiche endocrinologiche e associazioni di pazienti. «Con l’avvento dello screening neonatale, obbligatorio per legge dal 1992, la diagnosi di ipotiroidismo congenito è molto precoce e il tempestivo avvio della terapia sostitutiva a base di levotiroxina, neutralizza i danni allo sviluppo dell’encefalo tipici di questa condizione» spiega Mohamad Maghnie, past president Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (SIEDP). «Proprio perché la tiroide del nascituro comincia a produrre ormoni solo intorno alla 12a settimana di gravidanza, è molto importante che le future mamme garantiscano un adeguato apporto di iodio per se stesse e per il bambino. Una carenza nutrizionale di questo microelemento può comportare infatti un forte impatto negativo sullo sviluppo neurologico e neurocognitivo del nascituro. In gravidanza è quindi ancor più raccomandato l’uso del sale iodato, potendo ricorrere anche a specifici integratori di iodio».
«In tutte le fasi della vita la causa più frequente di patologia tiroidea è la carenza nutrizionale di iodio» spiega Antonella Olivieri, responsabile scientifico Osservatorio nazionale per il monitoraggio della iodoprofilassi in Italia (OSNAMI), Istituto Superiore di Sanità, che racconta come il programma nazionale di prevenzione della carenza iodica con il sale iodato, attivato nel 2005, abbia migliorato la situazione, ma osserva anche che “i dati dell’Osservatorio OSNAMI mostrano chiaramente che la percentuale di sale iodato venduto in Italia è ancora ben al di sotto del 90% indicato dall’OMS come ottimale”. Il progetto formativo sulla iodoprofilassi è indirizzato alle scuole di primo grado italiane primarie e secondarie. «L’obiettivo è quello di consentire la formazione degli insegnanti sulla prevenzione dei disordini da carenza iodica, affinché trasferiscano le informazioni ai loro studenti e attraverso i ragazzi alle loro famiglie» conclude Olivieri.