Linfoma di Hodgkin: una nuova tecnica per rilevarne la diffusione

Little Caucasian Girl X Ray MRI Scan in the Hospital Testing Room. Doctor Talking and Preparing Child For the Test.

 

Uno studio multicentrico europeo, a cui ha partecipato l’Irccs “Burlo Garofolo” di Trieste, propone una valida alternativa all’uso delle radiazioni ionizzanti per capire a che punto della sua diffusione si trovi la neoplasia nei pazienti pediatrici.

 

Uno dei tumori più diffusi negli adolescenti è il linfoma di Hodgkin, malattia che può coinvolgere diversi organi, e in particolare i linfonodi. La terapia di questo tumore cambia radicalmente in funzione della sua diffusione nei vari organi, per cui capire a che punto del suo sviluppo si trovi al momento della diagnosi è fondamentale per indirizzare al meglio il paziente verso le cure più appropriate. Oggi la metodica migliore per identificare correttamente l’entità della diffusione del linfoma di Hodgkin è rappresentata dalla tomografia computerizzata (Tc) associata alla tomografia a emissione di positroni (Pet). La Tc-Pet prevede l’esposizione a una discreta quantità di radiazioni ionizzanti (raggi X); questo però in futuro potrebbe essere evitato. A renderlo noto è uno studio multicentrico recentemente pubblicato su European Radiology, rivista ufficiale della Società Europea di Radiologia. La ricerca, coordinata dall’Università di Utrecht in Olanda, ha visto il coinvolgimento dei più importanti ospedali pediatrici europei tra cui l’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo”, ed è nata con lo scopo di cercare metodi alternativi privi di radiazioni ionizzanti per rilevare la diffusione del linfoma di Hodgkin. «I risultati dello studio dimostrano che una promettente alternativa – dichiara il dott. Claudio Granata, radiologo del Burlo Garofolo e referente dello studio per l’ospedale triestino, insieme al dott. Federico Verzegnassi, oncoematologo – è rappresentata dalla risonanza magnetica dell’intero corpo. I risultati mostrano una concordanza eccellente dei reperti ottenuti con questa nuova metodica e con la Tc-Pet che invece usa radiazioni. Tuttavia, la risonanza magnetica dell’intero corpo, pur rappresentando una promettente alternativa, dovrà essere validata da ulteriori studi su gruppi di pazienti più numerosi». La Tc-Pet oggi in uso è un metodo estremamente preciso e affidabile: consiste in un’indagine che unisce una semplice Tc a un’iniezione endovenosa di una piccola quantità di sostanza radioattiva che si posiziona maggiormente negli organi interessati dalla neoplasia. «La risonanza magnetica di tutto il corpo invece – prosegue il dott. Granata – evita non solo l’impiego di radiazioni ionizzanti, ma anche l’iniezione di materiale nel corpo del paziente. La prognosi del Linfoma di Hodgkin è tipicamente favorevole: ci si aspetta, infatti, una guarigione nel 95% dei casi. Tuttavia – conclude – grazie al nuovo metodo, i giovani pazienti che ne sono affetti potranno essere sottoposti a numerose indagini radiologiche durante la loro malattia. Ciò rappresenta un ulteriore motivo di interesse nei confronti della risonanza magnetica di tutto il corpo, che ci può permettere di essere meno invasivi possibile».