Covid-19: tamponi dai pediatri di famiglia… ma non per tutti

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Nella tarda serata di martedì 27 ottobre, SimpefSindacato medici pediatri di famiglia ha sottoscritto, unitamente agli altri sindacati della pediatria di famiglia, il nuovo accordo collettivo nazionale per il rafforzamento delle attività territoriali di diagnostica di primo livello e di prevenzione della trasmissione di SARS-Cov-2. Si tratta di un documento che anticipa quello ordinario che si stava discutendo per un più organico riassetto dell’assistenza pediatrica territoriale.

«Dopo serrata trattativa, resa difficoltosa dalla necessità di agire in remoto e dal criterio di urgenza stante la preoccupante situazione di sviluppo della pandemia, la montagna ha, purtroppo, partorito il topolino», dichiara Rinaldo Missaglia, Segretario nazionale Simpef.

«L’urgenza di rispondere all’appello di Ministero della Salute e Regioni a contrastare il più capillarmente ed efficacemente possibile – aggiunge il segretario -, finalmente e opportunamente sul territorio e quindi in un’ottica di interventi di prossimità al cittadino, è stata la spinta principale che ci ha portato alla sottoscrizione di un testo che, ben lungi dal risolvere l’auspicata necessità di potenziamento strutturale e funzionale della pediatria di libera scelta, permette comunque di affrontare i pochi mesi che coincideranno con il periodo epidemico dell’influenza stagionale con qualche arma in più per contrastare la progressiva espansione dei contagi di Covid-19. Ci saremmo aspettati un investimento che contribuisse al potenziamento dei nostri studi attraverso lo sviluppo delle forme associative e alla valorizzazione del supporto dell’attività di personale amministrativo e infermieristico. Abbiamo, invece, dovuto accettare una dotazione economica che non porterà alcun concreto vantaggio per i nostri assistiti, una volta terminata la fase epidemica.»

«Inoltre – sottolinea Missaglia – potremo sottoporre a prelievo per tampone antigenico rapido solo la parte di assistiti che risultino essere contatti stretti di casi Covid-19 positivo. E’ fondamentale che le famiglie sappiano che non potranno usufruire della prestazione in maniera indiscriminata, essendo la disponibilità di test riservata a casi ben specifici, individuati con criteri clinici dal pediatra di famiglia. La prestazione sarà erogabile direttamente presso gli studi dei pediatri di famiglia considerati strutturalmente attrezzati ovvero, in ovvia prevalenza, presso strutture messe a disposizione dalle Asl. Confidiamo almeno che le previste procedure attuative dell’accordo vengano svolte tempestivamente e rapidamente da Governo e Regioni per le parti di loro competenza». conclude.