SARS-CoV-2 ha avuto e ha un impatto anche su prevenzione, diagnosi e cura di altre patologie nei bambini

Una riduzione nell’accesso ai servizi sanitari, un ritardo nella diagnosi che può comportare conseguenze sulla prevenzione o evoluzione di condizioni cliniche diverse da COVID-19. Le conseguenze sulla salute dei bambini della pandemia da SARS-CoV-2 devono considerare non solo i casi di infezione più o meno grave, ma anche gli effetti indiretti sulla prevenzione e cura di altre patologie nell’infanzia.

Appuntamenti per le vaccinazioni rimandati, ritardi nelle diagnosi, interruzione di terapie, impatto negativo sugli stili di vita e sugli aspetti psicologici, effetti sulla formazione conseguenti all’isolamento e alla mancata frequenza scolastica, aumento delle diseguaglianze. Il bilancio della COVID-19 dovrà tenere conto anche di tutti questo aspetti negativi, sottolineati dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), e del loro impatto sulla vita e lo sviluppo dei bambini.

Sul tema vaccinazioni ci sono già dati a disposizione, provenienti da un’indagine (realizzata da SIP e Pazienti.it) che riporta i numeri riferiti alla prima ondata: il rinvio dell’appuntamento vaccinale per paura del contagio o chiusura dei centri ha interessato quasi il 30% dei genitori (3 genitori su 10). Non solo, si sono ridotti anche gli accessi al Pronto soccorso, una riduzione calcolata pari al 40%, che in alcune zone è arrivata all’80%. Una riduzione nell’accesso ai servizi sanitari può comportare un ritardo nella diagnosi in condizioni in cui l’intervento precoce può essere fondamentale per evitare complicanze gravi o anche fatali.

In questo contesto, Giovanni Corsello Past-President SIP, richiama anche l’attenzione sulle conseguenze pesanti per i bambini fragili: “quel milione di bambini con patologie croniche complesse che durante le fasi più acute della pandemia si sono trovati nella impossibilità di seguire i controlli previsti, di raggiungere i centri ospedalieri e spesso anche gli ambulatori dei pediatri di famiglia, con conseguenze negative sia sul piano clinico, sia sul piano psicologico”.