Il 9 febbraio è la giornata dedicata a un utilizzo di internet positivo e sicuro

Safer Internet Day, perché la navigazione sul web offra aspetti utili e non esponga a rischi, con un’attenzione particolare a bambini e ragazzi. La giornata è costituita e promossa dalla Commissione europea, il motto è “Together for a better Internet” e quest’anno, con il cambiamento delle abitudini imposto dalla pandemia, assume forse connotati diversi e ancor più rilevanti.

Varie organizzazioni propongono consigli per una navigazione più sicura e la giornata di oggi presenta diverse iniziative di sensibilizzazione. Pochi giorni fa, Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, sul tema bambini e social ha sottolineato inoltre l’importanza di misure che tutelino i minori: “I bambini con meno di 14 anni non devono iscriversi da soli ai social network. È urgente che sia data attuazione alle misure previste dalla direttiva europea sui servizi dei media audiovisivi. I gestori delle piattaforme devono essere costretti ad accertare seriamente l’età degli utenti: non basta un’autodichiarazione o un documento. Vanno attivati sistemi che la tecnologia consente già di utilizzare. Inoltre, devono essere resi operativi meccanismi efficaci di blocco dei contenuti non appropriati”, ha affermato, sottolineando allo stesso tempo il ruolo importante del web: senza la rete i ragazzi di Fridays for future, ad esempio, non avrebbero potuto divenire un movimento globale. Allo stesso modo, in questi giorni di pandemia, internet ha consentito loro di tenersi in contatto con gli amici, i nonni o i genitori separati. La rete, inoltre, è un mezzo prezioso per esprimersi, informarsi, apprendere e giocare. È anche uno spazio che figli e genitori possono condividere: per questo è importante che madri e padri conoscano il mondo online e non tengano in rete comportamenti che trasmettono ai ragazzi esempi negativi”.

Un tema dunque su cui viene tenuta alta l’attenzione, anche alla luce dei fatti di cronaca e non solo nella giornata odierna, richiamando il ruolo importante svolto dai genitori e la consapevolezza di tutti rispetto ai possibili rischi: “Non ci sono solo Tik Tok e altre app che attraggono i più piccoli, occorre anche prestare attenzione ai sistemi di messaggistica, ai canali sui quali si veicolano le sfide estreme, ai giochi online che richiedono acquisti o possono avvicinare al gioco d’azzardo”, ha concluso Carla Garlatti. “Le iniziative didattiche ed educative vanno rafforzate sin dalla scuola primaria. Occorre, inoltre, che sia attivata quanto prima la ‘Consulta dei diritti e dei doveri del bambino e dell’adolescente digitale’, come previsto dalla legge 92 del 2019 che ha introdotto l’educazione digitale come branca dell’educazione civica. L’Autorità garante, che per legge è chiamata a farne parte, è disponibile a dare il proprio contributo”.