Uno studio pubblicato sulla rivista Cell Reports ha identificato le caratteristiche immunologiche dei bambini che reagiscono al virus in modo più efficace.

Bambini con pochi sintomi cui basta una settimana per sconfiggere il virus SARS-CoV-2. Una ricerca pubblicata sulla rivista Cell Reports, realizzata dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù con l’Università di Padova e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha fornito indicazioni per capire come mai la maggior parte dei bambini abbia un decorso rapido e sintomi lievi e perché alcuni guariscano prima di altri.

La ricerca, promossa dal gruppo di studio “CACTUS – Immunological studies in children affected by COVID and acute diseases, nato da medici e ricercatori del Dipartimento Pediatrico Universitario Ospedaliero del Bambino Gesù nel pieno dell’emergenza sanitaria, ha considerato 66 bambini e ragazzi di età compresa tra 1 e 15 anni, nella maggior parte dei casi con forme paucisintomatiche all’inizio dell’infezione e asintomatiche e clinicamente guarite dopo una settimana. Dagli esami di laboratorio è emerso che i bambini che in una settimana avevano neutralizzato SARS-CoV-2 avevano una grande quantità di linfociti T e B specifici contro il virus con, a contatto con quest’ultimo, una capacità sia di riprodursi rapidamente sia di produrre anticorpi neutralizzanti in grande quantità.

In presenza di questo particolare profilo immunologico la carica virale dei bambini era già bassissima dopo una settimana, annullando la capacità infettiva e la possibilità di contagio anche in caso di tampone positivo. Inoltre, la presenza di questi linfociti T e B specifici sembra correlata all’esposizione ad altri virus stagionali: i bambini con queste caratteristiche avevano in anamnesi contatti numerosi con altri virus influenzali.

I risultati dello studio portano un contributo all’identificazione di strategie terapeutiche migliori, alla verifica dell’efficacia delle vaccinazioni sui bambini, a possibili quarantene personalizzate.