SICuPP e FIMP: ricordare i segnali da riconoscere in bimbi che hanno avuto il COVID-19, ma no a piano rigido e serrato di controlli in tutti coloro che sono stati positivi al virus

La Società Italiana di Pediatria delle Cure Primarie Pediatriche (SICuPP) e la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), in un comunicato congiunto, tornano sul tema long COVID e pediatria: non necessarie visite di controllo specifiche, bambini troppo stressati dalla medicalizzazione e sistema sovraccaricato.

Anche per SICuPP e FIMP è importante, come riportato nel comunicato della SIP insieme ad altre società scientifiche, l’attenzione “sui sintomi che i bambini possono presentare dopo una infezione da SARS-CoV-2, infatti, i pediatri di famiglia italiani stanno riconoscendo e monitorando questi fenomeni fin dalle prime settimane della pandemia, assistendo i bambini e sostenendo le loro famiglie”. Riportano come la grandissima maggioranza dei casi nei bambini sia stata paucisintomatica e seguita dai loro pediatri, “e solo raramente hanno subìto esiti respiratori persistenti o hanno manifestato, in fase acuta o a distanza di alcune settimane, sintomi di rilievo quali il dolore toracico o una tachicardia, possibili segni di sospetto di una miocardite”. Sono più frequenti sintomi vaghi come mal di testa, stancabilità, difficoltà di concentrazione, dolori diffusi aspecifici o problematiche relative ai disturbi del sonno, alla sfera psicologica o al rendimento scolastico: “Non è del tutto chiaro, inoltre, quanto questi fenomeni siano da imputare direttamente all’infezione da SARS-CoV-2 o siano piuttosto conseguenza del disagio determinato dall’isolamento sociale imposto dalla pandemia che ha acuito un fenomeno psico-sociale già pre-esistente”, dice il comunicato, segnali da non ignorare e che richiamano a una riflessione.

Visite e tempistiche

“Quello che stupisce del documento della SIP è però la definizione precisa di un timing di visite che il pediatra dovrebbe fare per cogliere i sintomi del long Covid, che non trova riscontro nella letteratura scientifica”, prosegue il comunicato di SICuPP e FIMP, riportando come in Italia “l’assistenza al bambino con infezione da SARS-CoV-2 e il monitoraggio degli eventuali segni/sintomi di long Covid” trovi una pediatria di famiglia “caratterizzata dal rapporto di fiducia e dalla continuità dell’assistenza nel tempo”, con la possibilità per tutti i bimbi di visite programmate periodiche, oltre a quelle a seguito dell’insorgenza di un qualunque sintomo e alla disponibilità di contatto telefonico.

Viene dunque affermato che l’aggiunta di altre visite mirate “sarebbe da un lato poco efficace nell’aumentare la sensibilità e la specificità di riconoscimento di un quadro di long Covid dall’altro poco efficiente rispetto al mantenimento delle quotidiane attività di prevenzione, diagnosi ed educazione sanitaria a cui ogni Pediatra di famiglia deve rispondere, nonché oneroso per il SSN in funzione delle prescrizioni di accertamenti che ne potrebbero scaturire. Tutto ciò considerando anche l’impatto organizzativo che tale mole di controlli richiederebbe per le famiglie”.

SICuPP e FIMP concludono ribadendo: “bene ricordare quali segnali debbano essere riconosciuti nei bambini che sono stati affetti da Covid-19, ma un no a un piano rigido e serrato di controlli in tutti i soggetti che sono stati positivi al virus”.