Un progetto avviato nel 2016 ha preparato docenti, operatori scolastici e studenti a riconoscere le crisi e gestirle

Crisi convulsive gestite in classe, con quasi 4.000 tra insegnanti operatori scolastici e studenti formati per poterlo fare in circa un centinaio di istituti fra Roma e provincia. Un progetto che ha portato a una riduzione drastica delle chiamate d’emergenza al 112 e degli accessi non necessari al Pronto Soccorso. I dati sono di “La scuola non ha paura delle crisi”, progetto di formazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con la Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE), che anche la pandemia non ha fermato.

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù riporta come circa una crisi epilettica su tre nei casi non completamente controllati si verifichi a scuola, con 4 chiamate su 10 al 112 che arrivano da questo contesto che sono per attacchi epilettici. Nove crisi su 10 durano meno di due minuti e richiedono solo assistenza fisica, mentre se la durata è superiore potrebbero richiedere l’assistenza in urgenza e anche ricoveri in centri di terapia intensiva: condizioni che potrebbero essere evitate con la somministrazione corretta e tempestiva di farmaci, che possono interrompere la crisi e impedire conseguenze gravi.

“La scuola non ha paura delle crisi” è stato avviato nel 2016 con l’obiettivo di educare docenti, operatori scolastici e studenti alla conoscenza dell’epilessia, al riconoscimento delle crisi e alla gestione degli attacchi in sicurezza. Sono stati organizzati Open Day, lezioni in presenza o via web, e medici, psicologi, infermieri dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con esercitazioni pratiche e video tutorial, hanno preparato i partecipanti ad affrontare gli attacchi epilettici e a somministrare correttamente, quando necessario, i farmaci in grado di interrompere la crisi.

I risultati del progetto

In occasione della Giornata Internazionale dell’Epilessia vengono riportati i risultati ottenuti. Nell’anno successivo alla formazione (anno di riferimento 2019), dal controllo negli istituti inseriti nel progetto, risultano 170 crisi epilettiche gestite in classe con le manovre di assistenza corrette: 25 sono durate più di due minuti e come da procedura è stato somministrato il farmaco da parte degli operatori scolastici; il 112 è stato contattato in 22 casi e solo 17 pazienti sono stati portati al Pronto Soccorso.

“Le persone con epilessia ancora oggi sono vittime di pregiudizi e limitazioni in vari ambiti della loro vita sociale; scuola, sport, lavoro. È per questo motivo che emarginazione e discriminazione vanno combattute con ogni iniziativa di informazione, formazione e sensibilizzazione possibile”, ha ricordato Federico Vigevano, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Bambino Gesù. “È scientificamente dimostrato che educare la scuola alla gestione dei bambini e dei ragazzi affetti da epilessia ne favorisce l’inclusione, l’inserimento in classe, migliora la loro qualità di vita – con ricadute positive anche sui livelli di ansia dei genitori – e riduce sensibilmente gli accessi non necessari al pronto soccorso. È innegabile, inoltre, che questo programma educazionale ha per i compagni di classe un alto valore culturale e nel tempo farà migliorare sempre più l’accettazione della malattia da parte della società”.