AIBLUD E SIN, con l’occasione della Giornata Mondiale della Donazione del Latte Umano, richiamano l’attenzione sul ruolo di questo alimento e sull’impatto della pandemia sulle donazioni

Un calo di circa il 12% di latte umano donato nell’ultimo anno, una delle conseguenze della pandemia. L’Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD) e la Società Italiana di Neonatologia (SIN), per la Giornata Mondiale della Donazione del Latte Umano (19 maggio) riprendono i dati della terza indagine dell’AIBLUD sull’attività delle Banche del Latte Umano Donato (BLUD) in Italia, sottolineando i numeri in calo nell’anno 2021 e lanciando l’allarme sulla situazione di danno per neonati prematuri e donne che non possono allattare al seno i loro figli.

“Tra i tanti problemi causati dalla pandemia da COVID-19 in Italia, c’è stato l’impatto negativo sulla donazione del latte e, di conseguenza, sui quantitativi di latte raccolti dalle Banche del Latte Umano Donato. La sospensione del servizio di raccolta a domicilio, l’impossibilità a uscire di casa per il lockdown e il timore delle donatrici di recarsi in ospedale per donare il latte sono stati tra i principali motivi che hanno portato a disincentivare la donazione”, afferma Guido E. Moro, presidente della AIBLUD. “Pertanto, molti neonati prematuri e patologici hanno dovuto rinunciare a questo prezioso alimento. Purtroppo, in questa emergenza, il nostro Paese non si è mostrato pronto a intervenire per porre rimedio alla situazione critica. Durante queste tragiche situazioni, la sopravvivenza dei neonati e dei lattanti può dipendere dalla loro possibilità di accesso all’allattamento al seno e/o al latte umano donato”.

Al presidente di AIBLUD si unisce Luigi Orfeo, presidente della SIN, sottolineando: “Il latte materno è fondamentale per la crescita e il benessere dei neonati prematuri e più in generale per tutti quei neonati che le mamme non possono allattare al seno. Le banche del latte umano donato per noi neonatologi rappresentano una risorsa preziosa, così come lo sono le mamme che decidono di donare una parte del loro latte per la cura di altri neonati: un grandissimo atto d’amore. Purtroppo, la pandemia ha frenato significativamente la donazione del latte privando, di fatto, migliaia di neonati del principale alimento per la loro crescita”.

I dati raccolti hanno evidenziato le criticità su cui AIBLUD dovrà lavorare, pensando anche al futuro e a situazioni di emergenza, come la necessità di un piano di Regionalizzazione delle BLUD in Italia. In questo modo sarà possibile mettere in rete le banche a livello regionale e razionalizzare il servizio, con un sistema di Hub (banche del latte) e di punti di raccolta; questi ultimi potranno identificare e selezionare le donatrici, raccogliere il latte e inviarlo per il trattamento, la conservazione e la distribuzione agli Hub regionali. In questo modo sarebbe possibile coprire tutti i territori e le terapie intensive neonatali, con anche una riduzione dei costi.

“Solleciteremo il Ministero della Salute per la predisposizione di un Piano nazionale strategico di pronto intervento in grado di rafforzare il servizio delle BLUD, tutelando in tal modo la salute dei neonati durante le emergenze future, situazioni che stanno diventando sempre più frequenti, in modo da mettere in campo tutti gli sforzi necessari per evitare il ripetersi di quanto successo durante l’epidemia da COVID-19”, concludono Guido E. Moro e Luigi Orfeo.