Una ricerca italiana ha identificato i processi che si verificano nelle cellule dei pazienti con questa rara malattia genetica

Identificati alcuni dei meccanismi patologici coinvolti nel malfunzionamento delle cellule nella Sindrome di Smith-Magenis. Il risultato è stato ottenuto grazie a uno studio multicentrico condotto presso l’IRCCS Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza da ricercatori italiani coordinati da Jessica Rosati sotto la supervisione di Angelo Luigi Vescovi, in collaborazione con il gruppo di ricerca di Maria Pennuto dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare VIMM, la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e l’Istituto Neurologico Carlo Besta IRCCS.

La Sindrome di Smith Magenis è una malattia genetica rara con una prevalenza mondiale di 1/15.000-25.000, ma viene considerata probabile una sottostima nelle diagnosi. In nove casi su dieci è causata da una delezione nel braccio corto del cromosoma 17 (17p11.2) e nel 10% da mutazioni puntiformi nel gene RAI1. Questa malattia comporta importanti deficit neuro-cognitivi, dismorfismi craniofacciali, obesità, disturbi del sonno e del comportamento e non vi sono al momento terapie efficaci.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Cell Death and Disease ha preso l’avvio cinque anni fa con il prelievo di cellule da un paziente, cui poi se ne sono aggiunti altri grazie al lavoro di sensibilizzazione dell’Associazione Smith Magenis Italia. In questo modo i ricercatori hanno potuto studiare un numero consistente di linee cellulari dimostrando alcuni processi deregolati all’interno della cellula, comuni a tutti i pazienti, al di là della variabilità genomica e dei sintomi. È stato così visto che nelle cellule si accumulano i trigliceridi per un blocco del processo di smaltimento dei rifiuti cellulari, comportando una sofferenza nella cellula con un accumulo di radicali liberi che porta alla morte cellulare.

“Una volta individuato questo meccanismo, siamo riusciti a migliorare con un farmaco il fenotipo patologico nelle cellule agendo sull’accumulo dei trigliceridi e dei radicali liberi e ottenendo un miglioramento della vitalità cellulare, questo andando proprio ad agire sul meccanismo biochimico inficiato dalla mutazione genetica”, ha illustrato Angelo Vescovi, Direttore Scientifico dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza e coordinatore del progetto.

I processi patologici identificati all’interno della cellula possono essere bersagli terapeutici per una futura terapia sperimentale e sono in corso ricerche per traslare quanto scoperto in una sperimentazione clinica.