Pubblicata sulla rivista eClinicalMedicine una ricerca condotta dall’Università di Torino sugli effetti della pandemia su ideazione suicidaria, tentato suicidio e suicidio

Un aumento del numero dei suicidi nel 2020 rispetto al 2019 e aumento anche dei casi di ideazione suicidaria e di tentato suicidio rispetto al periodo pre-pandemico. A riportarne i dati uno studio condotto dall’Università di Torino appena uscito sulle pagine della rivista eClinicalMedicine.

La pubblicazione riporta come il suicidio rappresenti la quarta causa di morte nel mondo nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni. Con fenomeno suicidario vengono indicati i comportamenti che vanno dall’ideazione al tentativo, fino al suicidio. I Dipartimenti di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche e Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino hanno realizzato una revisione sistematica della letteratura e meta-analisi dei dati pubblicati fino a fine luglio 2022, sotto il coordinamento di Paola Dalmasso e Rosanna Irene Comoretto. L’obiettivo era valutare l’impatto della pandemia da COVID-19 sul fenomeno suicidario nei giovani, confrontando i periodi pre- e post-pandemia.

I dati raccolti (da studi in diversi Paesi nel mondo) comprendono 70 milioni di ragazzi e ragazze in diversi ambiti, come le scuole (con l’uso di questionari formulati ad hoc) o le strutture sanitarie. Nel periodo pandemico 1 ragazzo su 6 ha avuto almeno un pensiero suicidario e 1 su 33 ha tentato il suicidio, con un incremento del 10% (non statisticamente significativo) del numero dei suicidi nel 2020 rispetto al 2019; vi era un aumento anche dei casi di ideazione suicidaria e di tentato suicidio rispetto al periodo pre-pandemico, più accentuato nella fase post-acuta della pandemia. Le conclusioni dello studio riportano come i dati riscontrati sul fenomeno suicidario siano in linea con quanto descritto in studi precedenti, con tassi più alti di ideazione suicidaria rispetto a comportamenti ed eventi suicidari.

“Il nostro lavoro rappresenta la prima sintesi disponibile di letteratura sul fenomeno della suicidarietà nei giovani a livello mondiale a seguito dello scoppio della pandemia. Nei giovani con vulnerabilità psichiatrica, non si è osservato un incremento significativo del fenomeno suicidario nella fase acuta della pandemia. Tuttavia, dalla seconda metà del 2020, abbiamo evidenziato un aumento del 15% dei casi di ideazione suicidaria e del 26% dei comportamenti suicidari”, illustra Rosanna Irene Comoretto.

Aggiunge e conclude Paola Dalmasso: “Questi risultati sono di grande interesse per la sanità pubblica in quanto evidenziano l’impatto globale delle conseguenze indirette del COVID-19 sulla salute mentale e sul benessere dei giovani, soprattutto i più vulnerabili, e rappresentano una priorità da affrontare con urgenza”.