Pubblicata un’indagine multicentrica di AIEOP sull’utilizzo di questa disciplina di supporto psicosociale in un’epoca segnata dalla pandemia da COVID-19
Un’indagine che rappresenta un punto di partenza per una piattaforma di confronto e discussione sulle diverse esperienze di musicoterapia nei centri affiliati all’Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica (AIEOP). L’obiettivo è implementare il ricorso a questa disciplina in oncologia pediatrica e regolarizzarne l’utilizzo, garantendo assistenza e cure più qualificate ai pazienti.
Pubblicata sull’European Journal of Pediatrics, l’indagine è stata realizzata dal Gruppo di Lavoro Infezioni e Terapia di Supporto dell’AIEOP e ha come primi autori Filippo Giordano, musicoterapeuta dell’Università di Bari, e Paola Muggeo, dirigente medico dell’Oncoematologia Pediatrica del Policlinico sempre di Bari, diretta da Nicola Santoro.
La musicoterapia può essere utilizzata per il trattamento e la prevenzione di sintomi somatici e psicologici dei piccoli pazienti e la sua applicazione in oncologia pediatrica e cure palliative non è mai stato oggetto di studi nella società scientifica. “Credo che la musica sia importante nella vita di tutti noi e che sapere come sfruttare al meglio e in maniera corretta il suo potenziale terapeutico nei pazienti in cura e nei malati in genere possa essere un argomento di largo interesse e di attenzione generale”, ha detto Filippo Giordano.
L’84.4% dei centri (27 su 32) ha completato i due questionari online dell’indagine sulla musicoterapia, prima e dopo la pandemia da COVID-19, che ha comportato l’adozione di misure restrittive e modifiche nell’esecuzione per ridurre al minimo il rischio di infezioni intraospedaliere sia nei pazienti fragili sia nel personale. Viene sottolineato come la maggior parte dei centri AIEOP non abbia eliminato del tutto gli interventi di musicoterapia a causa del COVID (sospesa solo in tre centri dopo il COVID) e che limitarne l’utilizzo è una scelta da non prendere a cuor leggero, per l’aiuto che può dare a bambini e adolescenti nella loro lotta contro il cancro.
Inoltre, viene riportato come la musicoterapia richieda comunicazione e collaborazione tra musicoterapeuti qualificati e un gruppo multidisciplinare, con anche psicologi, medici curanti e infermieri, utilizzando un modello assistenziale centrato sulla famiglia, coinvolgendo i genitori e i tutori nella valutazione e pianificazione del trattamento e nell’erogazione dell’assistenza.
“Questo nostro lavoro ha consentito di porre l’attenzione su come la musica possa essere uno strumento per migliorare la qualità delle cure in pazienti oncologici, ma il suo utilizzo richiede competenze specifiche e personale esperto nell’applicazione della musicoterapia”, conclude Paola Muggeo. “Ci auguriamo che possa essere un punto di partenza per prenderci cura sempre meglio dei nostri pazienti”.