Pubblicato il documento con l’egida di SIP, SIN, SIMRI e altre 13 società scientifiche pediatriche: no a cortisone, antibiotici e broncodilatatori e più informazione alle famiglie

Nuove indicazioni italiane per una uniformità e standardizzazione nel trattamento delle bronchioliti e una corretta informazione ai genitori. Sull’Italian Journal of Pediatrics sono state pubblicate le linee guida, realizzate con l’egida della Società Italiana di Pediatria (SIP), della Società di Neonatologia (SIN), della Società per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) e di altre 13 società scientifiche pediatriche che aggiornano quelle delle 2014, con le ultime prove scientifiche.

Rispetto al trattamento della bronchiolite, viene detto che “si utilizzano spesso farmaci per i quali non vi sono evidenze e che questi farmaci possono anche causare effetti collaterali. Farmaci come il cortisone, gli antibiotici i broncodilatatori non dovrebbero essere usati, mentre questo ancora accade spesso”, illustra Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Azienda-Ospedale Università di Padova. “Le Linee guida enfatizzano l’importanza di dare informazioni ai genitori dei bambini piccoli per prevenire l’infezione, perché nella bronchiolite uno degli aspetti fondamentali è quello della prevenzione, dal momento che, oltre all’ossigeno, non vi sono né antivirali né vaccini disponibili”.

Diverse misure vengono consigliate ai genitori per proteggere i figli dai virus respiratori, in particolare se con meno di un anno di vita: usare la mascherina in caso di raffreddore quando ci si avvicina al bambino, se si ha il raffreddore astenersi dal baciarlo ed evitare di toccarsi la faccia; il latte materno contiene anticorpi contro numerosi agenti infettivi e riduce il rischio di infezioni gravi da VRS e di ospedalizzazione per bronchiolite; lavare le mani con acqua e sapone o con un gel alcolico prima di toccare il bambino e chiedere di fare altrettanto ad altre persone in contatto con il piccolo; tenere lontano il bimbo da altri bambini o adulti con il raffreddore; non fumare in casa; il fumo aumenta il rischio di infezione; se il bambino è prematuro o affetto da malattie cardiache o polmonari chiedere al pediatra se vi sono le indicazioni all’utilizzo degli anticorpi monoclonali per la prevenzione delle infezioni da VRS.

Per prevenire farmacologicamente l’infezione, viene riportata la disponibilità di un anticorpo monoclonale per il virus respiratorio sinciziale, usato da anni per la protezione dei lattanti nati prematuri, e nel futuro potrebbe esserci un nuovo anticorpo monoclonale per una profilassi per tutti i lattanti. Infine, sono allo studio diversi vaccini, ma appare ancora lontana la possibilità di averli a disposizione.