I neuropsichiatri infantili della SINPIA portano l’attenzione sui numeri e sulle caratteristiche delle persone con disturbo del comportamento alimentare

Non più solo adolescenti, l’esordio è sempre più precoce, tra i giovanissimi, in particolare le ragazze tra i 12 e i 17 anni. I disturbi del comportamento alimentare (DCA) in 9 casi su 10 interessano donne, e in Italia l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffrono di anoressia o bulimia.

A richiamare l’attenzione sui DCA, in occasione della giornata dedicata a queste condizioni (15 marzo) è la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), che riporta come l’incidenza sia aumentata per effetto della pandemia da COVID-19, con un picco soprattutto tra i giovanissimi.

“È un mondo complesso quello dei disturbi del comportamento alimentare e negli anni più recenti abbiamo osservato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza, tanto che non riguarda più soltanto gli adolescenti, ma anche bambine e bambini in età prepuberale, con conseguenze più gravi sul corpo e sulla mente, sullo sviluppo in genere. L’identificazione e l’intervento tempestivo e multidisciplinare sono decisivi per una prognosi migliore”, afferma Elisa Fazzi, Presidente SINPIA e Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia, e aggiunge: “Sono patologie diffuse soprattutto nell’universo femminile e con un impatto drammatico nella vita di tutti i giorni, di ragazze e ragazzi e delle loro famiglie. I disturbi legati all’alimentazione, come l’anoressia nervosa, possono essere associati ad altri sintomi come depressione, ansia, bassa autostima e comportamenti autolesionistici. Quello del neurosviluppo, che riguarda bambini e ragazzi tra 0 e 18 anni, è un periodo delicato in cui i fenomeni maturativi del sistema nervoso centrale non hanno uguali nelle successive fasi della vita. Ad ogni tappa dello sviluppo, compresa la preadolescenza, possono corrispondere possibili rischi e vulnerabilità. In questo periodo la famiglia e la scuola sono fondamentali nell’individuazione dei primi segnali di rischio come forma di tutela e protezione della salute di bambini e adolescenti”.

La SINPIA riporta il DCA più diffuso sia l’anoressia nervosa, e il trattamento necessita un’intercettazione preliminare da parte del medico di famiglia per permettere l’invio agli specialisti neuropsichiatri infantili e nutrizionisti, che lavorano in equipe multidisciplinari. Viene ricordato come i DCA, se non trattati in tempi e con metodi adeguati, possono diventare permanenti e compromettere la salute di tutti gli organi e apparati (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico) e, nei casi gravi, portare alla morte: all’anoressia nervosa, prosegue la SINPIA, è collegata una mortalità 5-10 volte maggiore di quella di soggetti sani della stessa età e sesso.